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NAPOLI -Tutti dovevano pagare, nessuno escluso. La camorra piegava in questo modo le attività commerciali. Il sistema Moccia non faceva sconti a nessuno. Sono centinaia le ditte prese di mira dal clan che chiedeva estorsioni a “tappeto” nelle tre canoniche rate: Natale, Pasqua e Ferragosto. Su quarantasei capi di imputazione contestati dal giudice per le indagini preliminari Tommaso Perrella ben quaranta riguardano estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Ma il clan non agiva solo ad Afragola, località a nord di Napoli, ma anche a Caivano, Acerra, Frattamaggiore. Tutti i paesi limitrofi al quartier generale della cosca erano nella “competenza” del gruppo di camorra sogminato nella retata di questa mattina. I Moccia, così come è stato accertato dalle forze dell’ordine grazie ad una intensa attivita’ di intercettazione, hanno chiesto 30mila euro di estorsione al responsabile dei lavori per la realizzazione di nuovi loculi al cimitero di Caivano. Lo stesso hanno fatto per la realizzazione dei cimiteri a Frattamaggiore, Frattaminore e Grumo Nevano. Gli “esattori” della cosca hanno preteso il pagamento del pizzo anche ad alcune ditte che si sono occupati negli anni di consolidamenti e ristrutturazioni di immobili comunali, come la ex casa del Fanciullo di Afragola. Ad Acerra invece il clan Moccia ha chiesto il pizzo sulle ditte che si occupavano della raccolta di rifiuti, così come a Cavaino dove avrebbero pagato diecimila euro. Stessa situazione a Frattamaggiore e Frattaminore dove invece le ditte avrebbero pagato 6mila euro di pizzo. Quarantamila euro invece sono stati chiesti alla ditta che nel 2015 si è occupata della ristrutturazione del castello medievale di Caivano, cifra poi salita fino a 70mila euro all’anno. Le estorsioni sono state finanche chieste alla ditta che nel giugno del 2011 ha ristrutturato la caserma dei carabinieri di Frattamaggiore. Duemila euro a rata per un totale di seimila euro. Risulta ancora il versamento di oltre 40mila euro di estorsione da parte di un consorzio di imprese per la realizzazione ad Acerra di 40 appartamenti tra il giugno del 2011 e la primavera del 2012. Infine, proprio per non lasciare spazio a nessuno, il clan imponeva anche il pagamento di 250 euro all’anno a tutti gli ambulanti che operavano nel mercato rionale di Afragola.