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Ercolano (Na) E’ morto Totò Riina, il boss della mafia che era in regime di 41 bis (il carcere duro per i reclusi più pericolosi) ormai da 24 anni. La cittadina di Ercolano è stata tappezzata di manifesti funebri sui quali c’era scritto: “E’ morto Salvatore Riina, di anni 87. Ne danno il lieto annuncio: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Boris Giuliano, Piersanti Mattarella, Pino Puglisi, Beppe Alfano, Peppino Impastato” e tutte le altre vittime innocenti della mafia.

Alle 3,37 del 17 novembre, all’ospedale di Parma,  il “capo dei capi” ha esalato l’ultimo respiro dopo cinque giorni di coma.  Fu arrestato il 15 gennaio del 1993 dopo 24 anni di latitanza, era ancora considerato dagli inquirenti il capo indiscusso di Cosa Nostra. “Totò u curtu”, boss delle stragi, da Corleonesfidò lo Stato portando con sé tutti i suoi segreti. “Non mi pentirò mai” aveva detto a Ninetta Bagarella in un’intercettazione.

E’ stata disposta l’autopsia “trattandosi di un decesso avvenuto in ambiente carcerario e che quindi richiede completezza di accertamenti, a garanzia di tutti”, spiega il procuratore di Parma, Antonio Rustico.

La famiglia lo ha incontrato prima della sua morte ricevendo il permesso straordinario dal ministro della Giustizia Andrea Orlando che ieri, viste le condizioni del detenuto, aveva autorizzato la visita. Secondo indiscrezioni, la figlia minore del boss è rimasta a Corleone. Riina aveva quattro figli: uno è detenuto e sta scontando l’ergastolo per quattro omicidi, mentre il minore, dopo una condanna a otto anni per mafia, è sorvegliato speciale. La più piccola delle due figlie femmine vive a Corleone, la maggiore invece si è trasferita da anni in Puglia.