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L’Italia guarda a nuove forme di turismo come la mobilità lenta. Cammini antichi da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo, rispettando l’ambiente e godendo appieno delle bellezze che arricchiscono lo stivale. Nasce così l’Atlante Digitale dei Cammini d’Italia, un portale realizzato dal Ministero per i Beni Culturali ed interamente dedicato al turismo lento dove ogni sentiero ha una scheda ed una mappa. Peccato però che dall’Atlante la Campania al momento sia rimasta fuori. Un’opportunità persa, soprattutto se si considera che per il territorio campano passano due dei cammini più importanti d’Europa: la via Appia e la via Francigena del Sud.

Il progetto dell’Atlante nasce nel 2016. Il Ministero dei Beni Culturali, nell’Anno dei Cammini fa appello a tutti gli enti locali, dai Comuni alle Regioni, per mettere on line itinerari naturalistici e culturali, percorsi religiosi e strade antiche. E la Campania? Sono le 7 proposte presentate che investono il territorio regionale, tutte bocciate però per la mancanza di alcuni requisiti. Così i percorsi che attraversano la Campania vengono “parcheggiate” tra i “Cammini in progress”, quei percorsi, spiegano dal Ministero, che per mancanza di uno o più requisiti non hanno trovato posto nell’Atlante digitale presentato ufficialmente lo scorso 4 novembre. Almeno in questa prima fase.

La Campania è in buona compagnia. In totale sono stati 72 i cammini non ritenuti idonei. Ma potranno entrare a far parte dell’Atlante una volta recuperato il gap. E, per fare ciò, la Campania ha ricevuto anche un aiuto importante dal Governo. Infatti per Appia e Francigena il MiBACT ha deliberato un investimento di 20 milioni di euro per ognuno dei due cammini (tutto previsto da una delibera del CIPE, la numero 3 dell’01/05/2016) per facilitarne e velocizzare l’adeguamento ai criteri.

Per la Regina Viarum (come gli antichi romani chiamavano l’Appia) l’investimento servirà nello specifico per l’individuazione esatta del tracciato e la realizzazione di opere sul percorso per aumentarne la fruibilità.

La Via Francigena invece beneficerà dei fondi ministeriali per rendere qualitativamente omogenea la continuità del tracciato, per definire in maniera univoca il tracciato principale e per individuare quegli edifici vincolati dove allocare i servizi.

L’investimento del Cipe non riguarderà, ovviamente, la sola parte campana delle due antiche strade, ma il loro intero percorso. Da Roma a Brindisi per quanto riguarda l’Appia. Dal Gran San Bernardo a Brindisi per la Francigena.

I cammini della Campania

Oltre a Via Appia e via Francigena del Sud, sono 5 gli altri cammini che attraversano il territorio campano. C’è la Traversata del Parco Regionale del Matese (al quale mancano solo 2 requisiti per entrare a far parte dell’atlante del MiBACT); il Sentiero Italia (6 mila chilometri lungo tutta la Penisola); il Cammino degli Internazionalisti o Sentiero degli Anarchici; il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela e la Via Micaelica.

I requisiti richiesti dal MiBACT

Ma cosa serve per entrare a far parte dell’Atlante Digitale dei Cammini d’Italia? Come dicevamo sono 11 i requisiti stabiliti dal MiBACT. I percorsi fisici devono essere lineari e fruibili. Lungo il cammino deve essere presente la segnaletica orizzontale e/o verticale per ogni tappa. Il percorso deve essere sicuro. La percentuale di strada asfaltata non dove superare il 40%. Le tappe devono essere dotate di tutti i servizi di supporto al camminatore. Ogni tappa deve essere presentata e descritta sul sito del cammino. Ogni 5 chilometri il viaggiatore deve poter incontrare un servizio di alloggio e ristorazione. Il cammino deve prevedere un proprio “organo di governo” e deve essere garantita la vigilanza e la manutenzione del percorso. Il cammino deve essere geo-referenziato ed il sito internet costantemente aggiornato.

Per la Campania, e per alcune sue aree in particolare – il Sannio ad esempio è attraversato da tutti i cammini – il turismo “senza fretta” può rappresentare una grande opportunità di crescita. Va però colta. E per tempo.