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Per la prima volta la Campania è la Regione maggiormente “sotto tiro” dell’intero panorama nazionale, con 86 atti di intimidazione e minaccia censiti nel corso del 2017, facendo registrare un aumento del 34% rispetto all’anno precedente.

E’ il dato che emerge dal rapporto ‘Amministratori sotto tiro”, presentato ieri a Roma dall’associazione ‘Avviso Pubblico‘ nella sala Walter Tobagi della Federazione nazionale della stampa italiana.

Complessivamente, sono 537 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza nei confronti degli amministratori locali censiti da Avviso Pubblico nel 2017, uno ogni 16 ore.
Dal 2011, anno della prima edizione del Rapporto in cui furono censiti 212 casi, gli atti intimidatori sono aumentati del 153%. Il fenomeno lo scorso anno ha coinvolto per la prima volta tutte le 20 regioni italiane, 78 Province e 314 Comuni – il 6% in più nel confronto con il 2016.

Campania maglia nera, dunque. La nostra è la regione più colpita con 86 casi censiti, un preoccupante +34% rispetto al 2016. A seguire la Sicilia – ai vertici di questa triste classifica nel 2014 e nel 2015 – con 79 casi censiti. Il terzo posto vede appaiate la Calabria, prima regione per intimidazioni nel 2016, e la Puglia, che fa segnare nel 2017 una recrudescenza del fenomeno, con 70 casi registrati. Quinto posto per la Sardegna, con 48 intimidazioni censite.

Al sesto posto la Lombardia, con 28 casi, è la prima Regione del Centro – Nord, davanti a Lazio (24 casi), Piemonte (21 casi), Emilia-Romagna (20 casi) e Veneto (19 casi). A parte il Lazio, dove il dato è sostanzialmente stabile, in tutte le altre regioni citate si è registrato un sensibile aumento dei casi.
A livello provinciale, nel 2017 i territori più colpiti sono stati le province di Napoli (34 casi) e Avellino (22 casi), seguite da Reggio Calabria, Siracusa e Cosenza (18 casi ognuna), Roma e Foggia (17 casi), Milano e Bari (16 casi ognuna).

CAMPANIA

Tornando alla Campania, ad influire in maniera determinante al raggiungimento di questo spiacevole record – si legge nel report dedicato alla nostra regione – sono le province di Napoli (34 casi) e Avellino (22), che assieme raccolgono i due terzi delle intimidazioni regionali.

Ma le due situazioni appaiono diverse. Napoli è costantemente tra le prime posizioni delle province più colpite negli annuali report di Avviso Pubblico, anche per la presenza certificata e radicata sul territorio di diverse forma di criminalità, più o meno organizzata.

Avellino invece è una provincia che nel 2017 si affaccia per la prima volta nel novero dei territori più bersagliati dell’intero panorama nazionale.

NAPOLI

A Napoli si segnalano reiterate minacce nei confronti del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, destinatario di una lettera minatoria che coinvolge anche il Sindaco Luigi De Magistris e il Presidente della Regione Vincenzo De Luca, e di un’intimidazione rivendicata da Forza Nuova, mediante uno striscione apparso nel quartiere di Fuorigrotta in cui si invita il consigliere a “farsi gli affari suoi”.
Ramificate le intimidazioni censite sul territorio della provincia, con ben 18 Comuni coinvolti. Tra questi si segnalano le minacce verbali indirizzate al candidato Sindaco di Pompei e testimone di giustizia, Luigi Coppola. A Somma Vesuviana, a seguito di due atti intimidatori rivolti al candidato Sindaco Peppe Bianco, vengono ritirate due liste candidate alle Elezioni amministrative di maggio. A novembre aggressione con un coltello a Casoria nei confronti del Sindaco Pasquale Fuccio, in cui l’intervento della Polizia Municipale e dei Carabinieri ha scongiurato il peggio.

La provincia partenopea è al secondo posto – dietro Reggio Calabria – per numero di Enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose (56) dal 1991 ad oggi. Sono 180 i clan giudicati attivi dagli investigatori fra Napoli e provincia. Sul territorio si sono registrati 45 omicidi di stampo camorristico nel 2015 e 65 nel 2016, detenendo il triste primato per omicidi ogni 100 mila abitanti. L’orizzontalità della camorra, priva di una struttura verticistica, fa emergere una serie di realtà molto diverse l’una  dall’altra. Accanto a clan con strategie di breve respiro e che si limitano ad
esercitare la violenza per il controllo del territorio, vi sono organizzazioni di livello superiore, che mirano ad inserirsi in profondità nel tessuto economico – produttivo.

I principali cartelli camorristici coincidono ormai con sofisticate costellazioni d’impresa, con reti in cui si stabiliscono relazioni invisibili ma solidissime – ha spiegato il Procuratore di Napoli Giovanni Melillo in audizione alla Commissione parlamentare antimafia – Basta che un’impresa fiduciaria d’interessi mafiosi si collochi in una posizione dominante perché espanda le sue capacità di controllo su una più ampia filiera affaristica, commerciale e imprenditoriale. La dissoluzione dei corpi intermedi, a sua volta, finisce per assegnare alle organizzazioni camorristiche il riconoscimento tacito di una sorta di pretesa ad assumere direttamente le funzioni di rappresentanza politica e sociale”.

AVELLINO

Situazione da decifrare nella provincia di Avellino, dove si è registrata una clamorosa impennata di atti intimidatori nei confronti delle amministrazioni locali, triplicate dal 2016. Se alcuni atti reiterati, come a Montoro, vedono protagoniste persone le cui condizioni economiche hanno provocato rabbia e disperazione da scagliare contro l’amministratore locale, altri casi hanno una matrice meno chiara.
Particolarmente tesa la situazione a Monteforte Irpino, che ha fatto registrare ben 9 atti intimidatori in due mesi rivolti al Sindaco Costantino Giordano, ad una consigliera e al Presidente del Consiglio comunale. Tensioni reiterate ad Avellino, che hanno visto finire nel mirino il Sindaco Foti e il Comandante della Polizia Locale, relativamente all’assegnazione di alcuni appalti. A Sirignano, nel corso della campagna elettorale, il consigliere regionale Enzo Alaia, mentre si trovava a far visita a un conoscente, è stato bloccato e pesantemente minacciato da un gruppo di
circa 30 persone.

SALERNO

Salerno, pur facendo registrare un calo dal 2016 – da 21 a 15 casi censiti – si conferma tra le province maggiormente colpite e ribadisce una certa diffusione del fenomeno, con 12 Comuni coinvolti da atti intimidatori.

CASERTA

Situazione inversa nella provincia di Caserta, in cui spicca un aumento di atti intimidatori nel 2017 (12), in confronto agli ultimi anni di relativa calma su questo fronte. Da segnalare i casi di Casal di Principe, dove è stato minacciato un consigliere comunale e dove si sono verificati danneggiamenti di alcune strutture scolastiche, avvenuti mentre era in corso, nel “teatro della legalità” costruito su un bene confiscato, un dibattito organizzato da Avviso Pubblico nell’ambito della propria Festa nazionale. Poche settimane dopo ha preso il via una lunga serie di minacce verso il Sindaco di Marcianise, Antonello Velardi, culminate nel 2018 con l’assegnazione di una scorta al primo cittadino.

BENEVENTO

Sono due i casi di minacce e intimidazioni segnalati da Avviso Pubblico per il Sannio. I casi riguardano Airola e Montesarchio.