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“Sono molto preoccupato per ciò che è emerso ieri dalla prima seduta del consiglio provinciale a Caserta. Nonostante 13 consiglieri su 16 siano stati eletti a sostegno di un progetto alternativo a quello di Magliocca, la maggioranza di essi ha approvato le linee programmatiche proposte dal presidente”. E’ amareggiato e arrabbiato il commissario provinciale del Pd di Caserta Franco Mirabelli dopo l’epilogo del primo Consiglio provinciale tenutosi ieri, con pezzi della coalizione di centro-sinistra che hanno votato le linee programmatiche presentate dal presidente Magliocca, espressione del centro-destra e sostenuto da Forza Italia alle elezioni provinciali del 12 ottobre scoros.

Già in quella circostanza era andata in frantumi la coalizione che sosteneva l’avversario di Magliocca, il ben più quotato Carlo Marino, sindaco di Caserta ed esponente di vertice del Pd casertano; una coalizione capeggiata dal Pd e composta dagli stessi partiti-movimento facenti capo ai consiglieri regionali che sostengono il Governatore Pd De Luca. Nonostante un’ampia maggioranza, Marino perse perché sindaci e consiglieri comunali di centro-sinistra gli voltarono la faccia preferendogli l’ex An Magliocca, mentre al Consiglio provinciale fecero i propri interessi votando i candidati della propria parte. Né è emerso così un Consiglio ampiamente di centro-sinistra, con ben 13 consiglieri rispetto ai tre di Forza Italia. Eppure ieri, alla prima uscita, anche la “presunta” maggioranza consiliare ha mostrato subito crepe, con otto consiglieri di centro-sinistra che hanno votato le linee di indirizzo di Magliocca assieme ai tre forzisti, mentre i cinque del Pd si sono astenuti. 

“Abbiamo in questi mesi cercato di superare gli opportunismi e i trasversalismi costruendo a Caserta una coalizione di centrosinistra sul modello regionale per dare prospettive ad un progetto coerente per migliorare la situazione in una provincia che è la penultima in Italia per qualità della vita. Purtroppo dalle elezioni provinciali in poi tornano a prevalere i microinteressi e le piccole rendite di posizione rispetto all’interesse generale; ad essi è stato sacrificato Carlo Marino. Spero che le forze che avevano condiviso questo percorso, come ha chiesto anche il presidente De Luca, ripensino alle scelte di questi giorni”. A far infuriare Mirabelli anche la bocciatura dell’emendamento proposto dal consigliere Pd Marco Villano che chiedeva che il presidente, ogni qualvolta fosse in gioco una nomina nelle società partecipate, venisse in Consiglio per chiederne il gradimento; il “no” alla proposta è arrivato dal fuoco amico, ovvero dai consiglieri delle liste di centro-sinistra, facenti capo ai consiglieri regionali Giovanni Zannini e Luigi Bosco, da due suoi due colleghi del Pd e da altrettanti consiglieri della lista facente capo al consigliere regionale Gennaro Oliviero, esponente del Pd casertano che dopo la batosta alle Provinciali fu indicato da Mirabelli come uno degli artefici della sconfitta di Marino.

“Il Partito Democratico – ribadisce Mirabelli – per parte sua starà all’opposizione e non accetterà ne deleghe ne ruoli, per noi la coerenza con ciò che abbiamo detto in questi mesi è doverosa, un fatto di trasparenza e l’unico modo per avere credibilità. L’autonomia del nostro gruppo non può ovviamente muoversi fuori da queste minime regole di chiarezza nei confronti dei cittadini”.