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Uscire dagli anni bui del cinipide per un rilancio definitivo della castanicoltura. Coldiretti Campania, in un tavolo di lavoro che si è tenuto ieri in Regione, ha lanciato le sue proposte per risollevare un comparto che ha sfiorato l’estinzione dopo ormai 10 anni dalla prima emergenza cinipide. Tra le proposte in particolare – ha evidenziato Roberto Mazzei, referente regionale di Coldiretti per la frutta in guscio – l’abolizione totale del pagamento di una compensazione  economica per la conversione dei boschi cedui in castagneto da frutto, che la L.R. 3/2017 prevede in 15mila euro ad ettaro, e la messa a disposizione delle migliaia di ettari di boschi cedui demaniali a favore dei giovani agricoltori.

Al tavolo operativo, presieduto dal direttore Generale Filippo Diasco e coordinato dalla dirigente Mariella Passari, è stato posto l’obiettivo di conciliare la funzione produttiva con la molteplicità dei servizi ecosistemi che la coltivazione del castagno  è in grado di assicurare  in merito all’imminente approvazione del “regolamento per la gestione sostenibile dei castagneti da frutto in attualità dicitura”, così come richiesto dalla Legge Regionale n° 10 del 31 marzo 2017. Argomento principe è stato l’approvazione delle norme tecniche in materia di castanicoltura da frutto per la tutela e la gestione sostenibile dei castagneti da frutto in attualità di coltura. Un regolamento che rende esecutiva la legge che, dopo tante battaglie, rende il castagneto da frutto un frutteto e non più un bosco.

In merito all’abolizione totale del pagamento della compensazione  economica – sostiene Coldiretti – la conversione nelle aree interne e montane va supportata in quanto opportunità di sviluppo economico, sociale nonché miglioramento delle condizioni ambientali e idrogeologiche. Tale posizione parte dal concetto che essendo il castagneto da frutto un patrimonio di biodiversità anche se ora definito frutteto la semplice trasformazione della definizione non ne esaurisce la valenza ambientale. Inoltre, per la migliore tenuta dei versanti, per la flora e la fauna e per il rischio incendio, è sempre meglio un castagneto antropizzato che un bosco ceduo abbandonato.

Coldiretti auspica che non solo venga abolita tale compensazione, ma che venga perseguito in pieno un ulteriore obiettivo del nuovo regolamento per una maggiore competitività del comparto regionale, prevedendo un ampliamento delle coltivazione delle castagne da frutto nelle aree vocate, augurandosi dunque anche un provvedimento di affidamento dei boschi demaniali ai giovani imprenditori agricoli.

Inoltre Coldiretti Campania propone di garantire la possibilità ai castanicoltori di poter continuare ad attuare tecniche di innesto tradizionali con varietà autoctone, senza limitazioni in merito alla certificazione del materiale propagato che se non derogato azzererebbe totalmente la nostra tradizione; un chiaro vademecum per gli operatori chiarendo di chiarire i modo inequivocabile quanto contenuto nella legge regionale n. 3 del 28/09/2017, in merito alla possibilità di poter realizzare senza nessuna autorizzazione modeste opere di sistemazione idraulico-forestale (graticciate, cordonate, fascinate, piccoli tratti di muro a secco di altezza inferiore ad un metro), per il trattenimento di scarpate, gradoni o terrazzamenti esistenti o di modesti scoscendimenti del terreno o la realizzazione di recinzioni in pali e rete, compresa l’installazione di cancelli, ecc.

Infine dalla riunione è emersa la necessità che questo regolamento garantisca le evoluzioni scientifiche nel mondo della difesa fitosanitaria, sia per ciò che concerne l’agricoltura biologica che integrata, senza rappresentare un limite alle evoluzioni del settore.

Siamo vicini ad un buon risultato – conclude Coldiretti Campania – se il regolamento entrerà in vigore a breve, contemplando cura e governo del territorio montano e dei terreni vincolati dal punto di vista idrogeologico, della sostenibilità ambientale e della conservazione della biodiversità; l’adozione di “Norme tecniche in materia di castanicoltura da frutto”; il recupero dei castagneti degradati dal punto di vista vegetativo, produttivo e sanitario, principalmente a seguito dei danni diretti ed indiretti provocati dal cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu), nonché della recrudescenza di altre patologie che investono la coltura; il mantenimento della vigoria vegetativa delle piante quale presupposto indispensabile per una produzione ottimale e la resistenza agli organismi nocivi; azioni di promozione delle filiere castani cole; attività di ricerca, informazione e formazione professionale.