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Capaccio Paestum (Sa) – Terremoto politico-giudiziario a Capaccio Paestum. La Procura di Salerno comunica l’esecuzione degli “arresti domiciliari a carico di Nicola Ragni, già vice sindaco del Comune fino al giugno 2017”. Il Procuratore Corrado Lembo con l’aggiunto e vicario Luca Masini spiegano i particolari della articolata indagine: “Nelle prime ore della mattina – scrivono – i Nuclei Investigativi dei Carabinieri di Salerno e di Caserta hanno eseguito l’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip presso il Tribunale di Salerno su richiesta della Procura della Repubblica. In particolare è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari Nicola Ragni (foto) già vice sindaco del Comune fino al giugno 2017, per il delitto di induzione indebita a dare o promettere utilità. Obbligo di dimora nel Comune di residenza invece a carico di Rodolfo Sabelli, dirigente del Comune di Capaccio, responsabile del IV settore fino a qualche settimana fa, in quanto gravemente indiziato del delitto di abuso di ufficio”.

Sulle indagini: “Esse hanno ad oggetto i lavori di ampliamento del cimitero comunale di Capaccio – che ebbero inizio negli ultimi mesi dell’anno 2014 – a seguito di una interrogazione consiliare e sono proseguite nel corso dei successivi due anni con attività di acquisizione di documenti pubblici, intercettazioni telefoniche e tra presenti, accertamenti tecnici, dichiarazioni rese dall’imprenditore incaricato di eseguire i lavori rispetto alle quali sono stati acquisiti importanti e decisivi riscontri. Sin dai primi accertamenti svolti era emerso che l’intervento di ampliamento del cimitero di Capaccio era stato affidato in concessione all’ATI composta da Ktesis srl (ex Giacomo Caterino Building Contractor srl), Nabav Costruzioni srl e Tekno Eco sas di Gaetano Pisciotta & C in data 20 maggio 2008. Dopo che vi era stata, in data 15 maggio 2014, la costituzione della ‘Società di Progetto Le Ceneri Paestum’ con capitale sociale di 24.000 euro – suddiviso per il 49.02 a Nabav Costruzioni, 49.02 a Ktesis srl e 1.96 a Tekno Eco sas – l’intervento fu trasferito alla suddetta società. Le indagini consentivano di verificare che l’amministratore della Progetto le Ceneri Paestum era Rossella Marino, coniuge di Caterino, quest’ultimo già titolare della maggioranza delle quote della partecipante Ktesis srl, a sua volta amministrata dal padre Giacomo Caterino. L’amministratore dell’altra partecipante Nabav Costruzioni era Arturo Noviello, zio di Paolo Caterino”. La Procura continua: “La Nabav Costruzioni srl era stata attinta da interdittiva antimafia con decreto del Prefetto di Caserta del 19 luglio 2013 mentre l’altra partecipante all’ATI, la Ktesis srl, aveva subito il sequestro delle quote disposto dal Gip presso il Tribunale di Napoli su richiesta della DDA di Napoli in relazione al delitto di ‘turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso’, formalmente contestato con applicazione della misura della custodia in carcere nei confronti del socio Giacomo Caterino (successivamente condannato per tali reati con sentenza della corte d’Appello di Napoli depositata il 10 luglio 2014). Giacomo Caterino è figlio dell’imprenditore Paolo Caterino, cugino di Antonio Iovine, condannato più volte con sentenza irrevocabile per il delitto di cui all’articolo 416 bis del Codice penale in relazione alla appartenenza al clan dei ‘Casalesi’ e successivamente divenuto collaboratore di giustizia”.

Il rapporto con il Comune di Capaccio: “Pur in presenza di tali provvedimenti – continua la Procura – il responsabile dell’ufficio tecnico Rodolfo Sabelli ometteva di acquisire la richiesta documentazione antimafia ed, anzi, adottando una determinazione nel maggio 2014, agevolava il passaggio societaria dalla originaria ATI al cui interno erano presenti con quote predominanti le società attinte rispettivamente da interdittiva antimafia e da sequestro delle quote da parte della DDA di Salerno, alla società formalmente amministrata dal coniuge di Giacomo Caterino. Le intercettazioni eseguite consentivano di accertare l’esistenza di relazioni confidenziali fra il funzionario pubblico e gli esponenti della società incaricata delle opere, in tal modo confermando la natura dolosa delle macroscopiche violazioni di legge presenti all’interno dei provvedimenti adottati. Proprio su tali macroscopiche violazioni si fondava l’illecita iniziativa assunta presso lo stabilimento balneare Lido Mediterraneo sito in località Laura di Paestum nell’inverno 2014 dall’allora capogruppo di maggioranza Roberto Ciuccio che, nell’occasione, interloquendo anche a nome di Nicola Ragni – all’epoca vice sindaco del Comune di Capaccio – e di Leopoldo Marrandino in quel tempo consigliere comunale, intimava all’imprenditore Giacomo Caterino, che successivamente ricostruiva l’episodio di versare, a titolo di tangente, la somma di 2.500 euro per ogni cappella del cimitero in corso di realizzazione, minacciando di creare ostruzionismo nel caso di mancato accoglimento della richiesta in modo da non consentire la realizzazione dei lavori. Nei confronti di Roberto Ciuccio il Gip, pur ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza per il delitto di concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità, ha ritenuto non sussistenti le esigenze cautelari per difetto del requisito del pericolo della reiterazione essendo nel frattempo fuoriuscito dal consesso del consiglio comunale”.

In conclusione: “Nove sono complessivamente gli indagati per i quali è stato emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari in corso di notificazione. Decisivi sono stati il coordinamento fra le Procure della Repubblica di Salerno e di Napoli e la sinergia investigativa tra i carabinieri di Caserta e Salerno”.