- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Salerno – Lei si chiama Nadia Bassano, è una volontaria animalista ed interviene risolutivamente nella vicenda, qui sollevata, della improvvisa scomparsa dei gatti dal cortile del Ruggi d’Aragona:  “Un ‘mistero’ – afferma – che potevate risolvere chiedendo spiegazioni alla direzione sanitaria, ma anche al personale degli ambulatori adiacenti il cortile. Dopo anni di lamentele, di gatti che non potevano uscire da quel fazzoletto di terra senza sbocchi, di una situazione igienica estremamente precaria, di cucciolate continue e conseguente decessi dei più piccoli, di un odore nauseabondo che arrivava nella sala d’aspetto, di opinioni espresse da tutti, a partire da semplici cittadini per arrivare ad esponenti politici di opposti schieramenti, solo nella prima decade di ottobre 2017 la situazione è stata risolta, quando la dottoressa Flora Del Giudice, dirigente dell’ASL Veterinaria di Salerno, è intervenuta in prima persona”. Racconta: “Per oltre una settimana l’ho personalmente affiancata nella cattura dei gatti, molto diffidenti nei confronti dell’uomo. Con apposite gabbie trappole, ed una molto grande costruita per l’occasione da un volontario e da lui trasportata (e successivamente smontata ad operazione terminata) è riuscita ad ingabbiare, giorno dopo giorno, sia i maschi che le femmine; nell’arco della stessa giornata delle catture, per limitarne al massimo lo stress, ha provveduto poi alle sterilizzazioni chirurgiche e, dopo qualche giorno di degenza post operatoria a suo carico, i gatti sono stati liberati. Li ha anche trattati con prodotti antiparassitari in quanto le pulci infestavano questi poveri gatti (ed anche noi abbiamo rischiato non poco). La liberazione, poi, non è ovviamente avvenuta in quel cortile, che che è stato svuotato ed opportunamente disinfestato una volta sgombrato da tutti gli animali. Se i gatti fossero stati collocati nelle colonie all’esterno, si sarebbe dispersi terrorizzati nel giro di poche ore, in quanto erano animali abituati, nonostante le pessime condizioni, a vivere in un ambiente chiuso e ‘isolato’ dai pericoli esterni. Si è scelta quella che è stata reputata la soluzione migliore: liberarli nei locali sottostanti, quelli che vengono definiti ‘infernòtti’, ovvero uno scantinato grande molte decine di mq, in cui passano le tubature delle caldaie, perciò non attraversato dal personale e dai pazienti, sufficientemente areato ed illuminato in quanto in diversi punti sono presenti finestre, ed in una semi aperta i gatti possono tranquillamente uscire. Un luogo non frequentato, dove ci sono posti per rifugiarsi dalla sporadica presenza umana ed in cui, sin da subito, sono stati collocate ciotole di acqua e cibo dislocate in diversi ambienti. Un posto che, a distanza di tre mesi, alcuni gatti hanno in parte abbandonato, iniziando ad ‘avventurarsi’ all’esterno, secondo i loro tempi per una vita, finalmente, da gatti di colonia. Il buco era stato realizzato nel periodo che precedeva la cattura con lo scopo di mettere in comunicazione il cortile con gli infernòtti abituando i gatti al nuovo ambiente, se mai avessero voluto iniziare ad esplorarlo. Buco che non è stato chiuso ed in cui possono ancora accedere alla loro vecchia tana, cosa che succede molto raramente (da qui l’allarme lanciato da Anteprima24.it, quando scrivete che ‘se ne vedono due, massimo tre’), visto che hanno perfettamente socializzato con i gatti delle colonie esterne. “‘Mistero’ svelato. Tutto questo è stato fatto ad opera della dottoressa Del Giudice che, ben oltre i dovuti compiti istituzionali, si è adoperata solo ed esclusivamente nell’interesse dei gatti”. Ancora: “Quanto alla mancanza di un gattile nella nostra città, come giustamente ricordate anche voi nell’articolo, nel mese di dicembre il comitato spontaneo Uniti per Chicca ha nuovamente sollecitato il Sindaco di Salerno ed il Responsabile Ufficio Randagismo alla sua realizzazione, sottolineando che un impegno preso dal Sindaco Vincenzo Napoli, in campagna elettorale, davanti alle telecamere nel corso di una manifestazione che si è tenuta a maggio 2016, fu quello di ‘insediare un gattile a Salerno’. Di questo gattile, inteso come oasi in cui collocare animali impossibilitati a vivere nelle colonie feline, che dovrebbe essere gestito dal mondo del volontariato di concerto con gli enti locali, ad oggi non c’è traccia. A distanza di oltre un anno e mezzo da questa promessa, restiamo dunque in attesa di delucidazioni”.