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Salerno – Clan Loreto Ridosso, tra conferme e rideterminazioni di pene sono stati inflitti complessivamente 32 anni di carcere ai sette degli otto imputati comparsi dinanzi alla Corte di Appello di Salerno. La sentenza è stata emessa nelle ultime ore. Al termine di una lunga camera di consiglio i giudici di secondo grado hanno confermato l’assoluzione per Giuseppe Morello e rideterminato alcune pene. Accolte in parte le richieste del procuratore generale.  Alfonso Morello ritenuto il cassiere del clan è stato condannato a 6 anni (in primo grado gli erano stati inflitti 7 anni e mezzo); Morello è stato assolto dall’accusa di associazione camorristica; 5 anni e due mesi di reclusione è la condanna inflitta a Luigi Ridosso (in primo grado 6 anni e 10 mesi); 3 anni sette mesi e 10 giorni per Romolo Ridosso (figlio di Gennaro che in primo grado era stato condannato a 4 anni e 10 mesi); 5 anni e quattro mesi per Gennaro Ridosso (in primo grado era stato condannato a 8 anni e 10 mesi); conferma a 3 anni per Massimiliano De Iulo (consigliere comunale Castellammare di Stabia); conferma della condanna di primo grado a 6 anni per Alfonso Loreto, conferma di pena di 3 anni per Carmine Di Vuolo. La sentenza di primo grado era stata impugnata dopo il pronunciamento del Gup dinanzi al quale erano stati celebrati i riti abbreviati.
Tutti erano accusati a vario titolo di associazione a delinquere (che il giudice di primo grado ha però confermato solo dal 2007 al 2008 escludendola per i cinque anni precedenti) al coinvolgimento in episodi di usura ed estorsione. Il clan, Ridosso – Loreto, secondo l’accusa avrebbe un ruolo di predominio nell’area scafatese al punto da stringere alleanze di rilievo con i sodalizi criminali dell’area stabiese.
Il consigliere comunale De Iulio, secondo l’impianto accusatorio avrebbe estorto una somma di denaro ad un imprenditore tra fine 2009 e inizio 2010, «spendendo» il nome dei Ridosso. I fatti contestati sarebbero avvenuti prima delle elezioni del marzo 2010, quando De Iulio è stato eletto per la prima volta. De Iulio è accusato di estorsione aggravata, anche se la sua posizione è stata considerata marginale. Ieri il collaboratore di Giustizia ha rinunciato a presenziare all’udienza in videoconferenza. Nel collegio difensivo tra gli altri gli avvocati Fabio De Ciuceis e Pierluigi Spadafora.