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Qualità della vita 2024, Napoli penultima provincia d’Italia. Ancora pesante il risultato dell’annuale indagine del Sole 24 Ore, che misura il benessere nei territori. Rispetto al 2023, l’area metropolitana di Napoli perde un’ulteriore posizione. Il posto 106, su 107 province, è un verdetto eloquente. E stride con il rilancio mediatico. Un’immagine rinnovata, alimentata dalla propaganda sul boom turistico. Ma tant’è: nello Stivale, solo Reggio Calabria fa peggio.

Ad aggiudicarsi la 35esima edizione è Bergamo. Sul podio Trento (seconda) e Bolzano. In discesa Milano, 12esima (perde quattro posizioni). Roma è al 59esimo posto, a -24 dall’anno scorso. Napoli, si diceva. La miglior performance si registra alla voce “numero di pensioni di vecchiaia”, relativa alla quantità di pensionati ogni 1000 abitanti (Inps, 2023). La peggiore: famiglie con Isee basso, dove è ultima nel Paese. Si riferisce ai nuclei con reddito annuo inferiore ai 7.000 euro, in percentuale sul totale di quelli con Isee.

Sul piano generazionale, è 102esima per qualità della vita nei bambini, 95esima per i giovani, 78esima per gli anziani. Tra gli indicatori, Napoli è ultima in Italia per ricchezza e consumi. Meglio su affari e lavoro: il rank è 24esima, scalando 47 posti dal 2023. Male anche giustizia e sicurezza (105esima), ambiente e servizi (101esima). Un salto avanti nel capitolo demografia e società (tasso natalità, indice di vecchiaia, spazi abitativi): è 65esima (+31). Percorso opposto per cultura e tempo libero: è 68esima, con un balzo all’indietro di 22 posizioni. Tutto il resto è arte di arrangiarsi.