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34 giorni dopo, c’è di nuovo Gaetano Auteri al timone di comando della nave giallorossa in quella che sarà la sua terza “prima volta” sotto l’Arco di Traiano. Don Tano aveva lasciato la Strega a -2 dalla vetta, seppur con un trend in chiara discesa e l’ha ritrovata a -14 dal Cerignola con il primo posto andato a farsi benedire in un battito di ali. L’effetto “wow” che avrebbe dovuto portare l’avvento di Pazienza sulla panchina dei giallorossi non solo non c’è stato, ma durante le cinque gare della sua gestione la squadra è apparsa ancora più svogliata a timorosa racimolando 4 miseri punti in 5 gare con l’aggravante di avere affrontato compagini abbordabili e non certo le big di questo girone.
 
Tanto si è detto sui motivi che hanno spinto la società ad esonerare Auteri, spiegati dal direttore tecnico Carli in quasi due ore di conferenza stampa nel giorno della presentazione di Pazienza. “La squadra era in caduta libera – disse quel giorno il dittì – e serviva invertire la rotta”. Le settimane successive hanno chiaramente dimostrato che il motivo di quel calo non era certo da addebitare a Gaetano Auteri, capace come Buzz Lightyear di spingere la squadra con l’età media più bassa del girone “verso l’infinito e oltre”, salvo poi dover fare i conti con un calo quasi verticale che ha diversi motivi. Sotto questo aspetto Auteri, in tempi non sospetti aveva messo in guardia l’ambiente dalle insidie enormi che il Benevento avrebbe trovato sulla sua strada soprattutto dal ritorno in poi. “Dopo il giro di boa – affermò davanti ai microfoni quando la Strega era ben salda in vetta – prende il via un altro campionato perché tutte le squadre iniziano ad avere bisogno di punti e non accettano più il confronto”. Analizzando quello che è successo dal ko interno con il Giugliano in poi, il filo conduttore di tutte le gare del Benevento è stato proprio questo con gli avversari chiusi, compatti e pronti a tutto pur di fare punti ed in contesti simili i giallorossi si sono sciolti come neve al sole anche per la mancanza di leader abituati al clima da perenne battaglia che si vive in Lega Pro soprattutto nel girone di ritorno.
 
La folle scelta di non fare mercato a gennaio, poi, ha fatto il resto portando la squadra su un piano inclinato dalla quale non è più stata capace di uscire e che l’arrivo di Pazienza ha reso ancora più marcato, al netto anche dei tanti rumors che parlano di un gruppo non più in armonia come in avvio di stagione. Colpe, anche se minime, ne ha anche Auteri perché a gennaio avrebbe dovuto puntare i piedi con la società ottenendo i rinforzi necessari  a superare con un impatto minore il calo fisiologico, senza per questo mettere in discussione il progetto giovani. Probabilmente, per essere ancora lì a giocarsela, a questa rosa sarebbero bastati un difensore centrale di categoria e un attaccante di peso per occupare meglio l’area soprattutto nei minuti finali quando gli spazi sono più chiusi. Ma la storia non si fa con i se e con i ma, motivo per il quale a tutto l’ambiente conviene convogliare le energie sul futuro prossimo che attende la Strega. 
 
Da cosa ripartirà Auteri? Questa squadra ha dimostrato di essere in grado di esaltarsi solo attraverso il fraseggio perché nelle sue corde non ha certo l’attitudine a fare gol affidandosi al fisico e ai lanci lunghi. A patto, però, di evitare eccessivi ghirigori e merletti in area dove serve essere efficaci a discapito della bella giocata che al momento non interessa davvero a nessuno vedere. Bisognerà, poi, guardarsi anche un po’ negli occhi perché il tempo degli alibi per la squadra è finito da un pezzo e già contro il Crotone il gruppo è chiamato a dare risposte importanti in termini di attaccamento alla maglia invertendo un trend che vede i giallorossi non vincere dal 5 gennaio. Come recita un aforisma di GandhiLa vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a danzare sotto la pioggia”. Il diluvio è ancora in atto, ora spetta alla squadra essere resiliente per tirarsi fuori da questa situazione a dir poco complicata.