Nel giorno simbolo della Festa del Lavoro, l’Irpinia si presenta con un bilancio amaro e preoccupante: un territorio intrappolato tra la crisi industriale, la fine imminente degli ammortizzatori sociali e un esodo giovanile sempre più drammatico.
Il nostro sistema industriale è al collasso. Centinaia di lavoratori rischiano di perdere il proprio impiego, senza alcuna prospettiva concreta. Emblematico è il caso dei lavoratori dell’Asidep: vittime di un sistema politico clientelare, incapace di gestire società pubbliche con criteri di efficienza e responsabilità. Si scaricano colpe e responsabilità su chi ogni giorno manda avanti il Paese, senza alcuna pietà per le famiglie coinvolte.
Anche la vertenza Arcelor rappresenta un punto critico: può e deve diventare un banco di prova per dimostrare che la difesa del lavoro è ancora possibile. Serve un’azione concreta, forte, immediata.
L’allarme è massimo anche per l’indotto Stellantis: la fine degli ammortizzatori sociali senza un rifinanziamento urgente da parte del Ministero rischia di tradursi in una nuova ondata di licenziamenti. In Irpinia sono coinvolti oltre 1.000 lavoratori, e a livello nazionale il numero sfiora le 20.000 unità.
In questo scenario drammatico, i giovani continuano ad abbandonare l’Irpinia. Senza investimenti strutturali, senza un piano per rilanciare industria e servizi, il nostro destino è segnato: declino economico, desertificazione sociale, svuotamento demografico.
Il 1° Maggio non può essere solo una data sul calendario. Deve essere una sveglia per la politica, per le istituzioni, per tutti. Noi saremo in Piazza Plebiscito, a Napoli, per portare la voce di chi non si rassegna, di chi crede che il lavoro sia un diritto, non un privilegio.