Tempo di lettura: 2 minuti

La Corte dei conti della Campania ha condannato un docente della facoltà di Medicina e chirurgia della Federico II di Napoli al pagamento di 312.000 euro, in favore dell’ateneo. Secondo la procura regionale, il professore avrebbe percepito compensi per 74 incarichi, svolti in assenza di autorizzazioni e incompatibili con la docenza universitaria.

Fra il 2016 ed il 2020, avrebbe svolto in modo continuativo attività libero professionale retribuita non autorizzata nel settore della formazione in ambito sanitario, nonché continue consulenze in favore di soggetti privati, nonostante fosse un docente universitario a tempo pieno. Il danno erariale ipotizzato ammontava a 1,1 milioni di euro.

La sezione giurisdizionale (presidente Michele Oricchio) della Corte ha accolto parzialmente la richiesta di condanna del sostituto procuratore Davide Vitale. Nel primo caso, il collegio ha ritenuto che gli eventi formativi siano qualificabili come ‘lezioni o seminari’ occasionali, liberamente consentiti. Non sono dunque ‘docenze’, categoria configurabile solo in ambito universitario, per le quale si imporrebbe di valutare la presenza di conflitti di interesse. Nella seconda ipotesi, viceversa, per alcuni incarichi il tribunale ha considerato provata la natura di attività libero professionali, in violazione del rapporto di esclusiva con l’ateneo. Tra i committenti ci sono varie società, operanti nel settore sanitario.