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Di questa stagione resta solo l’immagine più triste: una sala conferenze vuota, un banco vuoto e nessuno che decide di metterci la faccia di fronte a un fallimento.

E non si tratta di parlare del 5 a 1, dell’espulsione di Berra che sicuramente ha condizionato la partita. Si doveva parlare di una squadra difesa a spada tratta, di un non mercato e di un atteggiamento in campo che definire irritante è poco. Mai un contrasto vinto, mai un piede messo con decisione: insomma scesi in campo quasi con l’idea del ‘finiamola presto’.

E alla fine non c’è stato spazio per spiegare il perchè. Una brutta figura nella brutta figura. La scelta del silenzio stampa nel momento peggiore, il momento nel quale ci si aspettava che si potesse tirare una linea.

Perde di senso anche la conferenza fiume del presidente Vigorito che ha anticipato i play off, quella delle domande da casa. In fondo in quella conferenza di punti focali ne sono emersi pochi.

Ieri serviva parlare, ieri serviva che ci mettesse la faccia la società a partire dal direttore Carli, l’uomo che si è assunto la paternità dell’immobilismo sul mercato, l’uomo del ‘vediamo a fine stagione e ne parliamo’. A fine stagione ci siamo arrivato e la soluzione è stata la diserzione, stavolta nessuno meritava una spiegazione.

Ma serviva che ci mettesse la faccia anche il presidente.

Quella sala stampa vuota è l’ennesima caduta nei confronti di una categoria, quella dei giornalisti, alla quale è stato riposto troppe volte: ‘trovate voi la soluzione’.

La squadra non va bene, i tifosi si sono allontanati, il direttore non va bene, l’allenatore non va bene, la piazza vuole la cessione della società, la risposta è sempre stata la stessa: portate voi la soluzione.

Troppo facile così. Ciò che resta di questa stagione è il silenzio di quella sala stampa e forse è stato anche un bene. Meglio tacere, meglio stendere un velo pietoso piuttosto che ascoltare tre ore di parole, pensieri e braciole condivise coi tifosi.