Le autorità italiane non hanno preso tutte le misure necessarie per garantire l’effettiva tutela dei diritti dei cittadini in relazione all’inquinamento ambientale causato dal proseguimento dell’attività delle fonderie Pisano che si trova a non più di 6 km delle loro abitazioni nei comuni di Salerno, Pellezzano e Baronissi. L’ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia per aver violato il diritto al rispetto della vita privata di 151 cittadini che hanno fatto ricorso a Strasburgo nel 2018 per i danni subiti a causa delle fonderie Pisano.
“Nonostante gli effetti tangibili di misure adottate dopo il 2016, volte a ridurre al minimo gli effetti nocivi dell’attività della fonderia, le autorità, nell’autorizzare la prosecuzione dell’attività, non hanno considerato i precedenti effetti nocivi significativi sulla popolazione locale derivanti dall’esposizione prolungata all’inquinamento”, evidenzia la Cedu.
“Nonostante gli effetti tangibili di misure adottate dopo il 2016, volte a ridurre al minimo gli effetti nocivi dell’attività della fonderia, le autorità, nell’autorizzare la prosecuzione dell’attività, non hanno considerato i precedenti effetti nocivi significativi sulla popolazione locale derivanti dall’esposizione prolungata all’inquinamento”, evidenzia la Cedu.