Assistenza territoriale, la Campania arranca. È ciò che emerge dal monitoraggio indipendente effettuato dall’osservatorio Gimbe sul servizio sanitario nazionale e in particolare sull’attuazione della Missione Salute del Pnrr, monitoraggio che avviene analizzando i risultati raggiunti e le criticità che ostacolano la riforma dell’assistenza territoriale. L’obiettivo di Gimbe è quello di fornire ai cittadini “un quadro oggettivo, al riparo da strumentalizzazioni politiche”. “Al 31 marzo – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe – per la Missione Salute del Pnrr non era prevista alcuna scadenza europea e l’unica scadenza nazionale è stata rispettata. Tuttavia, al di là del rispetto delle scadenze formali, a poco più di un anno dalla rendicontazione finale, la riforma dell’assistenza territoriale e l’attuazione del fascicolo sanitario elettronico procedono decisamente a rilento, con marcate diseguaglianze tra le regioni”. L’attenzione è rivolta in particolare all’attivazione e alla piena operatività delle case della comunità e degli ospedali di comunità. Lo confermano i dati elaborati dalla fondazione Gimbe, a partire dal report Agenas sul monitoraggio del DM 77 e aggiornati al 20 dicembre scorso. “Il potenziamento dell’assistenza territoriale – afferma Cartabellotta – è la chiave per decongestionare ospedali e pronto soccorso e garantire una reale sanità di prossimità. Tuttavia, i dati ufficiali trasmessi dalle Regioni dimostrano che nonostante i fondi già stanziati, il ritmo resta inaccettabilmente lento”. Stando a ciò che ha ricostruito la fondazione, in Campania solo un servizio per l’assistenza domiciliare integrata è dichiarato attivo dalla Regione su un totale di otto da attivare (dati Agenas al 20 dicembre 2024) mentre per le case della comunità sono 191 quelle programmate, di cui – secondo gli ultimi dati disponibili – nessuna con servizi dichiarati attivi. Per gli ospedali di comunità sono 61 quelli previsti di cui, sempre stando ai numero di Agenas aggiornati al 20 dicembre, uno (appena il 2%) con almeno un servizio dichiarato attivo. Infine nel fascicolo sanitario elettronico regionale è disponibile l’81% del totale delle sedici tipologie di documenti previste dal DM 7 settembre 2023 ma solo l’1% dei cittadini della Campania ha espresso il consenso alla consultazione dei propri documenti nello stesso fascicolo (contro una media nazionale del 42%).
Assistenza: Campania in ritardo su case e ospedali comunità

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