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Presunte gravi irregolarità nella gara bandita dal Consiglio regionale della Campania, per l’affidamento del servizio di presidio tecnologico degli impianti elettrici, di raffrescamento/riscaldamento e idrico sanitario di un fabbricato della sede. A riscontrarle è l’Anac, nella delibera n.160, approvata il 16 aprile scorso (depositata in segreteria il 29 aprile). Il valore complessivo della procedura aperta è stimato in circa 1,2 milioni di euro. Secondo l’Autorità Anticorruzione, la Stazione appaltante è tenuta ad annullare la gara e, “ove d’interesse, a bandirne una nuova emendata delle irregolarità censurate”. Ai sensi del Codice degli appalti, qualora il Consiglio regionale non intendesse conformarsi al parere, entro 15 giorni dovrà comunicare le motivazioni alle parti interessate e all’Autorità. L’Anac potrà proporre ricorso al Tar.

A richiedere il parere dell’anticorruzione sono state due aziende, lo scorso febbraio. “A seguito delle istanze presentate da due operatori economici – afferma una nota -, l’Autorità ha rilevato la presenza di requisiti di partecipazione sproporzionati e non giustificati rispetto all’importo della gara”. In particolare, “il disciplinare richiedeva un fatturato globale annuo di 1,5 milioni di euro – 7,5 volte l’importo annuale del contratto – e lo svolgimento di un servizio analogo di almeno un milione di euro in un solo esercizio, per un unico committente”. Prescrizioni ritenute irragionevoli dall’Anac, perché sarebbero in contrasto con il nuovo Codice degli appalti, varato nel 2023. La legge infatti, secondo la delibera, “stabilisce criteri proporzionati e attinenti all’oggetto del contratto, favorendo l’accesso delle micro, piccole e medie imprese”. Ma questo è solo uno dei rilievi mossi. Ulteriori problemi riguarderebbero “la mancata chiarezza sull’importo soggetto a ribasso (indicato in modo contraddittorio tra i vari documenti di gara)“, nonché “l’omessa indicazione dei costi della manodopera e del contratto collettivo nazionale applicato, elementi obbligatori per la corretta formulazione dell’offerta“. Per l’Anac, “anche l’impostazione dell’affidamento – che prevede attività di manutenzione e fornitura di mezzi e attrezzature da parte dell’appaltatore – risulta incompatibile con la dichiarata natura esclusivamente “di manodopera” del servizio, rendendo incongruente la base d’asta”.

L’Autorità anticorruzione reputa dunque non conforme alla normativa di settore la lex specialis, cioè il bando di gara e gli altri documenti predisposti (disciplinare, capitolato, allegati). Peraltro la delibera sottolinea come i chiarimenti, richiesti a marzo, non risultino pubblicati sul sito del consiglio regionale. Si invita così la stazione appaltante ad annullare la gara, con possibilità di riproporla, correggendo le criticità rilevate. Il servizio oggetto dell’appalto consiste nel presidio fisso presso i monitor degli impianti del fabbricato, oltre che in attività di riparazione e sostituzione.