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È cominciato dinanzi al Collegio del Tribunale di Benevento, presieduto dal giudice Rotili, il processo a carico dei quattro operatori socio-sanitari accusati di maltrattamenti aggravati nei confronti degli anziani ospiti della casa albergo di Cerreto Sannita. A giudizio sono finiti G. P., 51 anni, di Cerreto Sannita; L. A. M., 56 anni, di Guardia Sanframondi; A. M., 48 anni, di Sant’Agata de’ Goti; e G. S., 30 anni, di Valle di Maddaloni. I quattro operatori socio-sanitari sono difesi dagli avvocati Massimo Viscusi, Emiliano Vaccarella, Antonio Barbieri e Cosimo Ciotta.

La vicenda, già al centro dell’attenzione pubblica nei mesi scorsi, fa ora il suo ingresso nelle aule di giustizia. La prima udienza si è conclusa con un rinvio al 22 maggio, necessario per permettere al Collegio di pronunciarsi sulle questioni preliminari sollevate dai legali degli imputati. Tra le istanze più rilevanti, quella presentata dall’avvocato Barbieri per il 51enne G.P., la difesa ha infatti riproposto un’istanza di patteggiamento, già rigettata in fase di udienza preliminare. La difesa di G.S., affidata all’avvocato Ciotta, ha chiesto la revoca della costituzione di parte civile nei confronti della sua assistita. Richiesta analoga anche da parte delle difese degli altri due imputati, A.M. e L.A.M., rappresentati dagli avvocati Massimo Viscusi e Vaccarella, che hanno chiesto di rivedere la legittimità della costituzione di parte civile da parte di soggetti che rivestono il ruolo di eredi o amministratori di sostegno delle presunte vittime. Lo stesso avvocato Viscusi, già nella fase davanti al Gup, aveva ottenuto una modifica del capo d’imputazione: il giudice aveva accolto l’eccezione di indeterminatezza formulata dalla difesa, sostituendo la dicitura “persone ancora da identificare” con “persone non più identificate”.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Stefania Bianco e condotta dai carabinieri e dalla guardia di finanza di Solopaca e Cerreto Sannita, con il supporto dei NAS di Salerno, ha portato mesi fa all’emissione di misure cautelari nei confronti dei quattro imputati. Il giudice per le indagini preliminari, Pietro Vinetti, aveva disposto per tutti il divieto di avvicinamento alla struttura, misura poi parzialmente modificata dal Tribunale del Riesame, che ha applicato per tre degli indagati l’interdizione dall’esercizio della professione per un anno, ad eccezione di A.M., che non aveva proposto Riesame.

Le accuse mosse agli operatori riguardano gravi episodi di presunti maltrattamenti, sia fisici che psicologici, ai danni di anziani ospiti della casa albergo. Secondo gli inquirenti, le vittime sarebbero state sottoposte a urla, insulti e atteggiamenti intimidatori, in un contesto definito “inumano” e “mortificante per la dignità della persona”.

Ora spetterà al Tribunale stabilire l’attendibilità delle prove e l’eventuale responsabilità degli imputati. La prossima udienza del 22 maggio sarà decisiva per definire l’ammissione delle parti e dare slancio all’istruttoria dibattimentale.