Dal ritorno del bradisismo nei Campi Flegrei, la scossa delle 12.07 di oggi (magnitudo 4.4) è stata la prima in orario scolastico, tra quelle di maggior intensità. Una prova in cui, per fortuna, al momento non si registrano feriti né danni. Ma pur rispettando i protocolli, gli istituti hanno reagito in ordine sparso. Un quadro a macchia di leopardo, che non lascia del tutto tranquilla la Rete Per La Sicurezza dei Minori e degli Adolescenti. “È nostra intenzione – annuncia una nota – rivolgerci a S.E. il Prefetto ed al Provveditore agli studi per sollecitare procedure chiare, univoche ed uniformi in caso di sisma ed anche un sistema di comunicazione con le famiglie che permetta la gestione più serena possibile di questi fenomeni“.
Stamattina, al primo sisma ne sono seguiti altri. Lo sciame sismico ha generato inevitabilmente il caos. Ma in generale, la situazione è rimasta sotto controllo. Tra Napoli e provincia, la scuola non si è mostrata impreparata. Tra le famiglie, resta tuttavia inquietudine. Anche per il timore di nuove scosse. Tantissimi genitori si sono recati nelle scuole, di gran fretta, e hanno fatto uscire i figli in anticipo. Nel tam tam, anche la Rete per la sicurezza conferma la “preoccupazione” di padri e madri. Un’ansia accresciuta dalle notizie frammentarie, circolanti sulle chat e sul web. L’assenza di direttive unitarie ha innescato paure diffuse. Anche se va tenuto conto di condizioni peculiari, per ciascun istituto. Donde, nascerebbe l’esigenza di risposte flessibili. In autonomia decisionale. “Da quanto abbiamo rilevato – spiega la nota -, non solo nel confronto tra i membri della Rete, ma anche tra amici, colleghi e conoscenti, non c’è stato un unico modo di affrontare questa emergenza”. In sostanza, “ogni scuola ha gestito la sicurezza dei suoi alunni in maniera differente“.
Le informazioni restituiscono un’ampia casistica, riguardo la mattinata sismica. “Dopo la scossa – testimonia la Rete Per La Sicurezza -, alcuni hanno invitato gli alunni a mettersi al riparo, altri hanno fatto evacuare la scuola (allontanamento solo temporaneo dall’edificio) per verificare lo stato della struttura, altri hanno continuato la lezione come se nulla fosse successo”. Di tutto un po’, insomma. Addirittura, in certe scuole si sono proseguiti “prove e compiti in classe, salvo poi mandare un messaggio con le indicazioni per il futuro”. E così, in diversi plessi sono rimasti all’interno dell’edificio. Assai spesso, però, sono scattate le procedure standard. Vale a dire: durante il terremoto, agli studenti è stato ordinato di mettersi sotto i banchi o le postazioni di lavoro, come protezione primaria contro la caduta di oggetti. Contestualmente, sono stati invitati a mantenere la calma, e a non precipitarsi verso le uscite. L’evacuazione è prevista solo in ipotesi di danni strutturali. In più scuole, la popolazione scolastica è stata radunata in cortile o nel giardino. Intanto, la Città Metropolitana comunica di aver attivato subito la macchina dei controlli, negli istituti di propria competenza. Le verifiche sono partite nelle aree a rischio. Squadre di tecnici stanno effettuando sopralluoghi nelle scuole superiori di Pozzuoli e dell’area ovest di Napoli.