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Le mani le aveva alzate più volte. L’ultima, però, è costata cara a Diego C., 35enne beneventano. Il Gip del Tribunale di Benevento ha disposto nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari, per una serie di accuse gravi: atti persecutori, lesioni aggravate, rapina, violazione di domicilio e maltrattamenti in famiglia. L’uomo è assistito dall’avvocato Fabio Ficedolo.

Tutto ha inizio nel febbraio 2025, quando la compagna decide di chiudere una relazione sentimentale diventata tossica. Ma l’uomo non accetta la fine. Non accetta che lei possa rifarsi una vita. E inizia a tormentarla. Messaggi a tutte le ore del giorno e della notte, pedinamenti, minacce velate e altre fin troppo esplicite. Fino ad arrivare alla violenza fisica. “Ti ho vista scendere dalla macchina… ho visto tuo padre, ma mi sono nascosto per non farmi vedere”, le scrive il giorno dell’8 aprile. E poi ancora: “Io chiuso per vergogna, e tu a fare schifezze. Io la breccia dalle scarpe me la tolgo, è una promessa sui miei figli”.

Il punto più grave viene raggiunto la sera del 10 aprile. Il 35enne si arrampica sul balcone dell’abitazione dove vive l’ex compagna con i due figli piccoli. Spalanca la porta finestra con la forza, entra nella camera da letto e si scaglia su di lei. “Adesso ti faccio vedere io cosa succede. Ti uccido”, urla prima di aggredirla con pugni e schiaffi, strappandole il telefono dalle mani. Ma in braccio, in quel momento, la donna tiene il figlio di appena due anni. Anche lui resta ferito nella furia dell’uomo: trauma frontale e alla piramide nasale, con tre giorni di prognosi. È solo dopo questa brutale aggressione che la donna trova il coraggio di scappare in strada e chiedere aiuto. Si presenta dalla polizia e racconta tutto. Le sue parole vengono messe a verbale, supportate dai referti medici e dalle testimonianze. Scattano le indagini della Squadra Mobile. Gli agenti raccolgono riscontri, documentano i messaggi e i sopralluoghi. Il quadro che ne emerge è chiaro e preoccupante. 

Sulla base degli elementi raccolti, il Giudice per le Indagini Preliminari ha accolto la richiesta della Procura, disponendo per l’uomo la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, in attesa dell’udienza di convalida.