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Un gesto che va oltre il calcio, capace di unire spiritualità, appartenenza e riconoscenza. Dopo una stagione intensa e culminata con il ritorno in Serie B, l’Avellino ha compiuto il suo pellegrinaggio – questa volta a piedi – a Montevergine per ringraziare Mamma Schiavona, la Madonna tanto amata dal popolo irpino. La squadra, accompagnata dallo staff tecnico e dalla dirigenza timonata dal presidente Angelo Antonio D’Agostino, ha raggiunto il Santuario, accolta dall’Abate Dom Riccardo Luca Guariglia e dalla comunità benedettina. Un momento carico di emozione, in cui si è respirata non solo gratitudine per il traguardo raggiunto, ma anche consapevolezza del profondo legame che unisce la fede popolare alla squadra biancoverde.

Montevergine

Durante la cerimonia di preghiera, l’Abate ha rivolto parole sentite al gruppo, elogiando i valori dimostrati durante la stagione: umiltà, spirito di sacrificio e coesione. Gli stessi valori che rappresentano da secoli l’identità irpina e il cammino spirituale di chi si affida a Mamma Schiavona.

Siamo tornati a Montevergine come ci eravamo promessi – dice Giovanni D’Agostino –  È stata un’emozione grandissima, perché abbiamo realizzato che ce l’abbiamo fatta. È stata una passeggiata tranquilla, con il sindaco che ci ha accompagnati. Siamo felici, è una bella giornata e lungo la strada abbiamo trovato ancora tanti tifosi: nonostante sia passato un mese, c’è ancora voglia di festeggiare. Ed è giusto così, ci godremo tutto fino all’ultima goccia“.

Un momento di festa, certo, ma anche di consapevolezza. Perché il ritorno in Serie B è stato il frutto di un lavoro lungo cinque anni, vissuto tra difficoltà, delusioni e ostinata determinazione. “È merito di tutta la provincia, sono stati cinque anni duri, ma alla fine siamo riusciti a tornare dove meritiamo – continua D’Agostino – Tutte queste iniziative che vedete oggi erano in cantiere da tempo, ma non le avevamo annunciate per scaramanzia. Anche il viaggio in treno previsto per domani è stato pensato già a febbraio: io lo feci anni fa con la mia fidanzata, che oggi è mia moglie. Un’esperienza bellissima, che ora vogliamo condividere con tutti”.

Abbiamo fatto capire cosa vuol dire appartenere a questa terra. Sono 119 comuni diversi, ma uniti dalla fede biancoverde. L’Avellino è la Nazionale dell’Irpinia, è l’espressione più autentica di questa provincia – afferma D’Agostino –  E dobbiamo smetterla di dare tutto per scontato: io sono nato qui, vivo qui e morirò qui. E mi fa male vedere che tanti miei coetanei non conoscono e non promuovono la bellezza del nostro territorio. Palumbo, mentre salivamo verso Montevergine, mi ha detto che gli sembrava di essere in Norvegia. E aveva ragione: siamo circondati da meraviglie“.

Guardando al futuro, D’Agostino apre una finestra sulla prossima stagione, a partire dalla campagna di fidelizzazione, già in corso, e dalla successiva campagna abbonamenti, in partenza a giugno: “Ci stavamo lavorando da cinque anni. Tanti mi dicevano ‘non mi abbono in C, ma in B sì’. E allora partiamo da qui, da un segnale forte. Serve un po’ di benzina per cominciare, perché la stagione non è ancora finita e da qui al 2 agosto se ne andrà un terzo del budget solo per organizzare la prossima annata”.

“Umanamente non toccherei nulla, perché questo gruppo ha dato tutto. Ma so bene che non sarà possibile tenerli tutti – sottolinea –  I ragazzi conoscono il calcio e sanno come funziona, ma qualunque cosa accada, faranno sempre parte della storia di questo club”.

Tra i temi più concreti anche quello del ritiro precampionato, con un accordo già avviato con San Gregorio Magno, ma altre opzioni ancora sul tavolo: “Abbiamo fatto un sopralluogo a Cascia e ci sono altre due mete disponibili. Valuteremo in base anche all’incontro che avremo la prossima settimana con il presidente e l’area tecnica. Intanto proseguiamo con i festeggiamenti. Dal 20 maggio al 20 giugno inizieremo a confrontarci con gli agenti dei calciatori“.