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Due ore per percorrere 5 km, andata e ritorno dal Molo Luise a piazza Vittoria. La festa del Napoli non è più un tram che si chiama desiderio. Sono due bus scoperti, a passeggio sul Lungomare, ebbri di gioia tricolore. C’è l’abbraccio dei 200.000 tifosi, dal calore infinito. Ma è impossibile calcolare: magari sono 300.000. Tantissimi superano le transenne, arrivando a ridosso dei pullman. Ma tutto fila liscio, oggi nulla potrebbe andare storto.

È una passerella trionfale. I tifosi sono in estasi. Non li avrebbero più lasciati andare i campioni d’Italia. Uno più di tutti: Antonio Conte. Il mister scudetto sfoglia la margherita. Forse ha gà deciso, forse no. Lascia o raddoppia? La tentazione Juve c’è: a breve sapremo. Intanto sul bus, tra canti e balli, i pontieri escono allo scoperto. Il fido Oriali non si nasconde: “Mi auguro che si possa continuare qui”. In pressing Lukaku, il centravanti amuleto: “Bisogna fare di tutto per farlo rimanere qui”. Il tecnico dribbla l’argomento, preferendo l’ennesimo elogio della “piazza meravigliosa, che dà tanto e chiede tanto”. Glissa pure il presidente, il quale però quasi annuncia il colpo De Bruyne (ma ancora “non c’è nero su bianco”). A Conte, De Laurentiis lascia il cerino in mano (“Gli allenatori hanno un contratto, se vogliono rimanere siamo felicissimi”).

Il futuro è nell’aria, ma è ancora il presente a dominare. Un giorno perfetto, da centellinare, vedere e rivedere. Una selva di telefonini immortala il corteo. Di là il golfo, di qua la felicità: non si può chiedere di più. Poi un eccesso di connessioni manda in tilt le comunicazioni. Ma fa niente. E dopo quasi 120 minuti, la giornata memorabile volge al termine. Il Napoli scudettato torna da dov’era venuto, imbarcandosi di nuovo a Mergellina. La gente però non è sazia di tripudio. In tanti continuano a cantare, con le loro sciarpe, i cartelli e le magliette azzurre. Sciamano verso piazza Plebiscito: è qui la festa, chissà quanto durerà.