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Afragola (Na)– Un silenzio carico di commozione ha avvolto nel pomeriggio la Basilica di Sant’Antonio di Padova, dove si sono celebrati i funerali di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa barbaramente dall’ex fidanzato. Una tragedia che ha scosso nel profondo la comunità di Afragola, che si è riunita compatta per l’ultimo, struggente addio.

Una folla composta e dolente ha riempito la piazza, mentre le serrande abbassate dei negozi e il lutto cittadino proclamato dal sindaco Antonio Pannone raccontavano, più delle parole, il peso di una ferita collettiva.

A dare voce al dolore della comunità, durante la celebrazione, è stato l’arcivescovo di Napoli, Mimmo Battaglia, le cui parole hanno toccato il cuore dei presenti:

“Siamo qui per pregare con Martina. Vogliamo unirci alla famiglia, e a tutta la comunità. Dinanzi a questo dolore, ancora una volta possiamo professare la Fede nel Signore Risorto. In lui, la vita risorge. Guardiamoci dentro, e per ogni nostra fragilità, chiediamo perdono al Signore. Perché, questa nostra preghiera, ci unisca bisognosi nella misericordia di Dio”.

Il cardinale ha poi proseguito con parole forti e vere:

“Oggi siamo qui ed i cuori ci pesano come non mai, per consegnare alla misericordia del Padre il corpo fragile, giovane, bellissimo, e ferito, di Martina. Martina aveva solo 14 anni, un’età che dovrebbe profumare di futuro, di sogni, di primi battiti d’amore, di scoperte lente, dolci. E invece oggi siamo qui per piangere.”

“Dinanzi a questo dolore straziante, la parola umana si fa piccola. È solo la parola di Dio che può continuare a parlare. Non per cancellare il dolore, ma per dargli un senso. Oggi non possiamo cancellarlo, ma possiamo custodirlo in una speranza più grande. Da lì, Martina non ci chiede solo dolore e lacrime, ma verità e coraggio”.

E infine, il passaggio che ha scosso le coscienze:

“Il dolore di oggi ci impone di dire: Martina è morta per mano della violenza, per mano di un ragazzo che non ha saputo reggere la libertà di un rifiuto. Martina è morta per un’idea malata dell’amore, ancora troppo diffusa e silenziosa.”

Il feretro bianco, accolto da un lungo applauso e circondato da fiori e striscioni, è stato accompagnato dal pianto silenzioso di amici, compagni di scuola e semplici cittadini. La comunità, sconvolta ma non rassegnata, chiede giustizia. E si stringe alla famiglia, con una promessa che riecheggia forte: Martina non sarà dimenticata.