di Gigi Caliulo
La secolare storia del calcio italiano ci regala, da sempre, emozioni e sorprese. Quella un po’ meno edificante di chi lo governa è un cocktail di rappezzi, arabeschi e papocchi in salsa nostrana e le ultime settimane non fanno di certo eccezione.
La Salernitana si prepara ad affrontare lo spareggio salvezza. Lo farà dopo oltre un mese di attesa contro un avversario non legittimato a giocare la sfida perché retrocesso sul campo. A prendere per i capelli la Sampdoria ci ha pensato il Palazzo con una decisione arbitraria e forzata. Un provvedimento che qualsiasi tribunale amministrativo giudicherebbe d’urgenza come illegittimo e meritevole di sospensiva.
La decisione di bloccare la disputa dei playout tra Frosinone e Salernitana a 24 ore dal fischio d’inizio è un provvedimento improprio. La Lega di B lo ha fatto sapendo di violare le regole poiché il semplice deferimento del Brescia non rappresentava in alcun modo ragione valida per interrompere il regolare svolgimento della coda salvezza. Accadde esattamente lo stesso nel 2019 quando il Palazzo, in attesa della sentenza di Appello nei confronti del Palermo, bocciò le richieste del Foggia (terzultimo e retrocesso sul campo proprio come la Sampdoria quest’anno) e fece giocare il match tra Salernitana e Venezia.
Continuando sulla strada dell’approssimazione e delle “regole della piazzetta” la Lega di B ha trovato proprio nel Brescia un sorprendente alleato “a tempo”. Il club lombardo ha infatti presentato il ricorso in Appello tre giorni prima della scadenza dei termini dando qualche ora in più ai vertici milanesi del campionato cadetto per stabilire le date di disputa del playout (senza indicare le squadre coinvolte). Una mossa, quella del club di Cellino, che ha del grottesco se è vero che dopo poche ore lo stesso patron delle Rondinelle ha deciso di staccare la spina non onorando quei pagamenti necessari a regolarizzare la posizione del club in vista del prossimo campionato decretando, di fatto, la fine del calcio professionistico nella Leonessa.
Ci chiediamo, allora: perché tutta questa premura nel presentare il ricorso in Appello quando, dopo poche ore, si è deciso di far fallire il club. Misteri gloriosi che solo nella mente di un uomo tanto vulcanico quanto ambiguo come Cellino trovano risposta.
Cosa accadrà nelle prossime 48 ore? Il ricorso in appello verrà comunque discusso? E soprattutto: il Brescia e la Sampdoria faranno lo stesso percorso del Palermo e del Foggia che furono o questa volta il Palazzo si inventerà un arzigogolo per permettere ai blucerchiati di disputare – da imbucati – una partita che mai avrebbero dovuto giocare?
La Salernitana, che intanto ha già fissato un lungo ritiro prepartita a Novara in vista della possibile gara d’andata, ha più di una carta da poter giocare su diversi tavoli. Abituata a giocare “contro tutto e tutti” la piazza attende a metà tra il nauseato e il livoroso con l’unico desiderio che questa maledetta stagione finisca prima possibile.