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Era guidata da tre avvocati del Nolano, uno dei quali, grazie all’imponente volume di affari si è comprato anche una Ferrari, l’organizzazione finalizzato a favorire l’immigrazione clandestina sgominata dalla Polizia di stato che ha eseguito 45 misure cautelari. Lo ha detto il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, nel corso di una conferenza stampa indetta per illustrare i dettagli di un’operazione della Polizia di Stato contro l’immigrazione clandestina, coordinata dalla Dda (procuratore Gratteri e procuratore aggiunto Del Prete).
Tra gli arrestati anche un poliziotto, insospettabile, che aiutava, grazie alle competenze informatiche, l’organizzazione sgominata dalla Polizia di Stato. Eseguiti complessivamente undici arresti in carcere, 23 ai domiciliari (tra collaboratori e mediatori) e undici misure cautelari meno afflittive. Alla conferenza stampa hanno preso parte anche il Questore di Napoli, Maurizio Agricola e il dirigente della Squadra Mobile di Napoli Giovanni Leuci. A far partire le indagini della squadra Mobile di Napoli la denuncia da parte di alcuni lavoratori, che pagavano fino a 10mila euro per approdare in Italia, sfruttando i cosiddetti “click-day”. Complessivamente sono state presentate 40mila domande sulle quali sono ora in corso verifiche.
Per i tre avvocati, ciascuno a capo di altrettanti Caf, che utilizzano questo sistema per fare affari, è stato disposto il carcere. Complessivamente sono stati sequestrati beni per due milioni di euro, tra cui anche la Ferrari. Dalle indagini è emerso anche il coinvolgimento della camorra, in particolare del clan Fabbrocino, tra cui esponenti di rilievo i quali fruttavano i loro contatti diretti con i Caf per prendere parte al business. E quando non ci riuscivano imponevano delle estorsioni.

A livello centrale si interagisce, dietro questo lavoro c’è una sinergia che coinvolge anche il livello centrale ed eventuali migliorie sul piano del controllo sono auspicabili”. Così, il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se l’indagine della Polizia di Stato e della Dda, grazie alla quale è stata sgominata una organizzazione che favoriva l’immigrazione clandestina, poteva dare indicazioni alla politica per modificare alcune norme.
La banda, grazie ai cosiddetti “click-day” e utilizzando gli spid di imprenditori compiacenti, avrebbe gestito ben 40mila domande sulle quali ora sono in corso degli accertamenti.
“Noi abbiamo scoperto tre Caf – ha aggiunto Gratteri – ma non abbiamo ancora contezza di quanti ce ne siano ancora”.