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“Abbiamo voluto lanciare questo forte appello alla prevenzione dalla più grande città del Sud, per dare un segnale di attenzione e di impegno nel superare divari, nell’accesso alle cure e alla prevenzione, purtroppo ancora esistenti tra Nord, Centro e Sud, anche per valorizzare le tante eccellenze sanitarie che ci sono nel Mezzogiorno”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, aprendo a Napoli gli Stati generali della prevenzione alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Come ricorda sempre il presidente Mattarella – ha detto Schillaci – dobbiamo tutti, e già adesso, contribuire ad abbattere ogni disuguaglianza e garantire pari opportunità di salute a tutti i cittadini, ovunque essi vivano, qualunque sia il loro reddito, livello di istruzione o contesto sociale. Noi vogliamo un servizio sanitario nazionale che sia eccellente su tutto il territorio. E la prevenzione non fa eccezione”.

 “Il 40% dei tumori si può prevenire agendo sui fattori di rischio e aderendo ai programmi gratuiti di screening del servizio sanitario pubblico. I dati dell’Osservatorio nazionale sugli screening dicono che è migliorata l’attività di invito alla popolazione target per tutti i programmi, con incrementi anche al Sud, con quasi 16 milioni di persone invitate nel 2023. Tuttavia, poco meno della metà ha eseguito un test, ovvero circa 7 milioni”. E’ il dato fornito dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione degli Stati generali della prevenzione. “È necessario rafforzare tutte le attività di coinvolgimento dei cittadini. Dobbiamo – ha detto – intercettare le paure, superare i pregiudizi”.
Il ministro ha quindi fatto alcuni esempi: per lo screening della cervice uterina, l’adesione è stata al 41%, con valori più bassi al Sud e Isole (31%) rispetto al Nord (52%) e al Centro (38%); allo screening mammografico ha aderito all’invito il 55% delle donne con un differenziale di 15 punti percentuali tra l’area del Nord e quella del Sud e Isole; lo screening colorettale registra purtroppo un’adesione intorno al 34%. Anche in questo caso maggiore al nord, intermedia al Centro e inferiore nel Sud e Isole (20%). Eppure, ha ricordato Schillaci, “si tratta di un test non invasivo che può intercettare possibili patologie oncologiche come il tumore al colonretto che negli ultimi anni ha visto aumentare le diagnosi nelle fasce di età più giovani”. Attualmente, il ministero della Salute sta lavorando, in linea con le raccomandazioni europee, per ampliare i programmi di screening al cancro del polmone: “Su questo, è già attiva la Rete italiana per lo screening polmonare che abbiamo rifinanziato anche con la legge di bilancio 2025 per il proseguimento del programma che finora ha consentito di effettuare quasi 10mila esami con Tomografia Computerizzata – ha affermato Schillaci -. E stiamo pensando anche al cancro della prostata”.