di Gigi Caliulo
Sul cadavere dei leoni festeggiano i cani. E si esibiscono (sic!) i facenti tifosi. Perché pur nel totale rispetto della libertà di opinione e soprattutto del ruolo istituzionale – o facente tale, sia chiaro – le parole odierne di Enzo Napoli ci sembrano non solo fuori tempo ma soprattutto fuori luogo. Decontestualizzate e di circostanza. Perché il facente primo cittadino del capoluogo e della provincia ha sempre, negli anni, chiarito la sua posizione di totale distacco dal mondo del calcio. Un atteggiamento di indifferenza che già registrammo ai tempi della promozione in A, del trust e del rischio di scomparire dal panorama calcistico fino all’arrivo di Iervolino.
Un elenco di “vedremo”, “faremo” e “saremo” coniugato al futuro ma senza alcuna passione.
Dunque sentire oggi Napoli esprimere addirittura giudizi sul campionato condotto dai granata quando la poltrona dell’Arechi riservata al sindaco (o al facente funzioni) è spesso rimasta vuota lascia più di una perplessità.
E il giudizio – tagliente e stranamente sprezzante – verso la società è un cavallo di Frisia per scongiurare un legittimo attacco verso una politica, dalla base a quella più rappresentativa, che si è ricordata e si ricorda della Salernitana solo alla vigilia di una tornata elettorale. Arechi e Volpe sono ancora nelle condizioni di un anno, due e tre anni fa e le promesse dell’inquilino del piano di sopra restano – per ora – tali.
Dunque, almeno per una volta, sarebbe opportuna la linea del silenzio. Perché egregi sindaci (tutti e due) la Salernitana, per i Salernitani, è una cosa seria e non un “Principe di Galles” da indossare solo alla prima occasione utile.