Nel momento più cruciale e delicato della vita amministrativa del Comune di Avellino, la cui tenuta è seriamente a rischio, perchè segnato da tensioni istituzionali, incertezze politiche e polemiche pubbliche, giunge un accorato appello alla distensione e alla responsabilità da parte di due figure spirituali di rilievo del territorio: il Vescovo di Avellino, S.E. Mons. Arturo Aiello, e l’Abate di Montevergine, Monsignor Riccardo Luca Guariglia.
Prima il Vescovo Arturo, poi l’Abate, hanno invitato con forza tutte le parti coinvolte nel dibattito politico e amministrativo ad abbassare i toni e a ritrovare il senso del bene comune e, soprattutto, la “pace” amministrativa.
Perentorie le parole di Aiello che hanno scatenato anche un accesso dibattito tra forze politiche e non, soprattutto sui social. Il Vescovo ha parlato di “balletti dove il confronto diventa scontro fino a mettere in forse la governabilità: dove è finito il primato del “Bene Comune”? Ci sono problemi gravi in città, interi quartieri che ancora vivono nel degrado, la fuga dei giovani, l’assenza del mercato del lavoro, una vivibilità incerta, e i nostri politici stanno a bisticciare per poltrone e diritti di primogenitura. Non accuso né difendo nessuno, ma credo che chiunque indossi legittimamente la fascia tricolore, fosse anche il diavolo, in questo momento deve essere incoraggiato e supportato mettendo da parte altre questioni secondarie che non aiutano la governabilità”.
Alle parole di Aiello oggi si sono aggiunte quelle dell’Abate Guariglia, in occasione dei Feseggiamenti in Abbazia S. Guglielmo da Vercelli, protettore dell’Irpinia: “Sia Maria ad illuminare e rendere fecondo il suo Ministero e San Guglielmo, come padre e modello di austera vita e spiritualità a ispirare a Lei e a tutti noi sentimenti di speranza e di pace in un mondo sempre più dilaniato dall’ inimicizia, da rancore, guerra e distruzione. Preghiamo San Guglielmo, finché riporti veramente pace in tutte quelle situazioni non belle che oggi viviamo nella nostra Irpinia”.
I due prelati, dunque, scuotono le coscienze appellandosi alla necessità di coesione e guida responsabile per la città di Avellino, ricostruendo un confronto costruttivo e un impegno autentico per il servizio alla città, in un tempo segnato da guerre, sfide sociali, economiche e morali, il nostro invito è a ritrovare un linguaggio rispettoso,
L’appello, pur senza entrare nel merito delle questioni politiche o amministrative, si fa portavoce delle preoccupazioni di molti cittadini che assistono con crescente disillusione ai continui contrasti, agli scontri istituzionali e alla percezione di un’amministrazione a tratti paralizzata.
In un territorio ricco di storia, spiritualità e potenzialità ancora inespresse, l’appello alla “pace amministrativa” lanciato dal Vescovo e dall’Abate rappresenta un monito forte: il futuro di Avellino passa anche dalla capacità dei suoi rappresentanti di mettere da parte personalismi e scontri, e lavorare insieme per il bene comune.