Smantellata una presunta organizzazione criminale attiva prevalentemente tra Firenze, Prato e Salerno, grazie a un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della procura fiorentina, che ha portato all’esecuzione di 15 misure cautelari: 3 in carcere e 12 ai domiciliari, tra Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Campania.
I reati contestati, a vario titolo, includono associazione per delinquere, a tutti e 15 gli indagati, emissioni di fatture per operazioni inesistenti e indebite compensazioni fiscali, con un danno stimato per l’Erario di oltre 11 milioni di euro. In corso perquisizioni locali e personali, allo scopo di ricercare cose pertinenti ai reati, in particolare materiale documentale e denaro contante. L’indagine, spiega la procura fiorentina svolta dal 2020 a oggi, dal Gico della guardia di finanza di Firenze con il supporto dello Scico, hanno portato ad ipotizzare l’esistenza di una consorteria criminale, composta anche da soggetti qualificati nel campo contabile, dedita alla sistematica acquisizione di società la cui finalità era quella di porre in essere indebite compensazioni di debiti tributari tramite l’utilizzo di crediti fiscali fittizi connessi ad inesistenti attività di “Ricerca e sviluppo”, formalmente rese da imprese “cartiere” prive di una reale struttura aziendale idonea a fornire tali servizi e a operare.
Secondo quanto spiega il procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia in un comunicato, l’organizzazione la meticolosa organizzazione della frode avrebbe richiesto non solo la partecipazione di figure imprenditoriali, ma anche di professionisti, esperti contabili e di un ingegnere, in grado di rendere l’operatività delle società coinvolte verosimile e la documentazione fraudolenta formalmente ineccepibile. Il capo e promotore della organizzazione è risultato disposto a minacciare imprenditori di assoldare killer per ucciderli qualora non avessero inteso acconsentire al coinvolgimento delle loro imprese nel sistema di frode.
Oltre all’emissione di fatture per operazioni inesistenti e alla monetizzazione in contanti da conti correnti esteri delle somme transate sui canali bancari per il formale pagamento, le indagini svolte hanno permesso di ricostruire come i progetti di “Ricerca e sviluppo”, afferenti l’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale, blockchain, progetti olografici, prodotti biodegrabili e biocompatibili nei processi produttivi, siano stati predisposti “a tavolino” e con grande cura da un ingegnere salemitano – organizzatore del sodalizio e figura “autorevole” per conferire validità scientifica a tali progetti – con il continuo confronto con un commercialista pratese impegnato nel predisporre bilanci fittizi per garantire che i parametri previsti dalla normativa che conferisce agevolazioni fiscali alle start up venissero rispettati.
L’intestazione delle società a prestanome, a cui veniva anche conferita la legale rappresentanza, perseguiva il fine di evitare che le stesse fossero riconducibili al capo dell’organizzazione, già gravato da precedenti di polizia per reati economico finanziari. L’indagine ha permesso di ricostruire l’esistenza di una strutturata associazione per delinquere dotata di basi logistiche, rapporti gerarchici, eguali misure di sicurezza, e una suddivisione dei compiti tra gli associati. Il gruppo criminale, avvalendosi di una vasta serie di sodali, spaziava dalla creazione di società “cartiere” nel settore dei trasporti, logistica, servizi, facchinaggio, informatica, all’indebita compensazione (quantificata in oltre 11milioni di euro) dei contributi previdenziali e delle imposte con crediti fiscali inesistenti afferenti ad altrettanto fittizi investimenti in ricerca e sviluppo, oltre all trasferimento di denaro illecito, anche attraverso soggetti giuridici di diritto estero bulgari, cechi e maltesi e fittizi contratti di consulenza.