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Un’aria diversa, un’attesa tesa e vibrante. Qualcosa che il Bct Music Festival non aveva mai suscitato prima sul palco dell’Arena Musa di Benevento. Poi le luci si abbassano, il pubblico esplode, e ‘Charlie Big Potato‘ dà il via al live. Skin entra in scena, ed è subito chiaro: non sarà una notte qualsiasi.

“Non avremmo potuto desiderare un inizio migliore per il nostro tour italiano” urla al microfono la frontwoman degli Skunk Anansie. E il pubblico, “assolutamente incredibile” – come lei stessa lo definisce – glielo conferma senza riserve. Applaude, urla, canta, balla. Finalmente una ventata di vero rock, fuori dagli schemi abituali della rassegna.

E’ la prima tappa italiana di un tour partito lo scorso 18 giugno in Danimarca, che si concluderà ad agosto in Portogallo. Solo a luglio previsti 17 concerti: un incedere quasi marziale, che si articola in un’ora e mezza di live, non un minuto in più, con una scaletta di venti brani ma sempre a ritmi alti, senza un solo momento di calo.
Tra Because Of You, I Believed In You, Hedonism (Just Because You Feel Good), Cheers, ogni canzone trasmette energia pura.

Sul palco gli Skunk Anansie mostrano una sicurezza granitica. Mark Richardson alla batteria è preciso e dinamico. Ace alla chitarra e Cass Lewis al basso costruiscono un muro sonoro su cui Skin può saltare, ergersi, arrampicarsi. Quando li presenta, accenna ‘Highway to Hell’ degli AC/DC: un omaggio, ma anche una dichiarazione di intenti.

Poi c’è lei, Skin. Incontenibile. Sale e scende dal palco, balla, canta con una voce che non perde mai potenza. Tra meno di un mese compirà 58 anni, ma in scena è una furia. È carisma allo stato puro. È il cuore pulsante di una macchina da guerra chiamata Skunk Anansie.

A metà live introduce un brano inedito, un singolo che uscirà a breve – “probabilmente sabato prossimo” dice. “È dedicato a chi ha una famiglia ma viene cacciato, non ben accolto per come è, per il suo genere, la sua sessualità, la sua politica. A volte la famiglia non è tutto ciò che dovrebbe essere e la si va a cercare altrove, nelle amicizie… Ma nonostante tutto l’amore per la famiglia resta e quindi un po’ ci si vergogna e si soffre di questa condizione”. 

È questo che gli Skunk Anansie portano sul palco: non solo musica, ma identità, messaggi di pace e uguaglianza, lotta, libertà. E a Benevento, sotto le stelle, tutto questo ha trovato un pubblico pronto ad ascoltare e a farsi travolgere.