Nella splendida location dello Yacht Club di Castellammare di Stabia, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di Ignazio Abate, in qualità di nuovo allenatore della Juve Stabia: “E’ doveroso ringraziare il presidente ed il direttore: sono felice di essere a Castellammare. Già dai primi colloqui, ho trovato uno spessore umano molto alto: c’è stata grande sintonia sin da subito. Arrivo con entusiasmo e voglia di lavorare, ma soprattutto grande umiltà. Devo crescere anch’io, è un campionato nuovo per me: è fra i più incerti d’Europa. L’obiettivo è quello di consolidare la categoria. Tornare nella mia regione è bellissimo: mamma e papà, e anche il nonno da lassù, ne sono felici“.
Presenti alla conferenza, in una sala meravigliosamente illuminata con il golfo sullo sfondo, anche il presidente Andrea Langella ed il direttore Matteo Lovisa. Il protagonista principale è il mercato, a cui il direttore risponde con originale trasparenza. Ma, è Abate l’uomo nuovo: “Mi aspetto tanto da tutta la squadra, non solo dai giovani: dobbiamo continuare sulla falsa riga dell’anno scorso, in cui si vedeva un gruppo unito e forte, con grandi attributi. Il gruppo sarà fondamentale, l’aspetto morale conta più di quello tecnico tattico“.
“Impareremo a conoscerci – smorza Abate, quando gli si chiede con quale modulo schiererà le vespe – non credo dei moduli ma credo nei principi: una squadra deve sapersi difendere a quattro o a cinque, deve saper fare più cose; la mentalità sarà offensiva, evitare di subire ma cercando di avere un’identità forte e comandare il gioco. Potranno esserci delle occasioni in cui non sarà possibile anche in base alla forza dell’avversario. Ma, partiamo da una buona base. Vorrò beneficiare di giocatori che sapranno adattarsi. Che possono darci nuove varianti di gioco. In questo momento stiamo osservando degli esterni alti ma non solo. Serve gente forte nell’impatto fisico, forti nell’uno contro uno. Al presidente ed al direttore ho chiesto solo di voler giocatori che siano convinti di rimanere alla Juve Stabia: dobbiamo creare un gruppo di lavoratori, il fattore di appartenenza dev’essere determinante“.
Mister Abate mantiene alta l’attenzione sulla categoria, e sulle tante squadre, comprese le neopromosse dalla C, che stanno organizzando buone compagini e buoni investimenti: “Tutte le partite vogliamo fare punti e, dentro di noi, dev’esserci l’ambizione di fare un grande campionato. Tutti vorrebbero vincere sempre e tutti vorrebbero avere la maggior parte di percentuale di possesso palla. Noi puntiamo a segnare, ma talvolta devi essere umile a metterti dietro la linea della palla e sporcarsi le mani. Ci saranno momenti complicati: l’importante è creare un gruppo mentalità forte“.
E, quando gli si chiede se ha già parlato con qualcuno della squadra, risponde: “Ho sentito qualche ragazzo al momento dell’ingaggio, ma non ho sentito giocatori nuovi. Sono in linea con il presidente ed il direttore, e conosco le richieste della società, so benissimo che mercato dobbiamo fare“.
Una battuta, inevitabile, anche sullo scorso campionato a Terni: “Il salto di categoria non mi spaventa. Non mi spaventa. Arrivo dopo una bella stagione, Nel calcio si dimentica spesso. Si deve avere l’ambizione e la rabbia di voler dimostrare qualcosa tutti i giorni. L’unica strada che conosco è quella di lavorare tutti i giorni. L’anno scorso è stato un anno bello e formativo per me, indubbiamente vedere le partite da fuori non era affatto semplice. Potevamo concludere il campionato in modo importante. Per fortuna, la vita offre sempre altre opportunità, e quest’estate ne ho avute tante. Col direttore Lovisa ho avuto, sin da subito, un’idea di calcio condivisa. Il vero segreto è l’unità di intenti da parte di tutte le entità: compresa la stampa. Cercheremo di sognare anche quest’anno“.
Infine, un commento sul suo passato da calciatore del Napoli, al primo anno di presidenza De Laurentiis: “Napoli è una piazza vera, la prima partita col Cittadella era emozionante, è stata bellissima. Peccato per la finale playoff persa con l’Avellino, ma è stata un’esperienza meravigliosa, la prima fuori casa della mia vita che mi ha formato tanto“.