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Il Garante regionale campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, ha inviato nei giorni scorsi una lettera al Direttore Generale dell’ASL Napoli 1 Centro, dott. Ciro Verdoliva, per ringraziarlo della nomina di una responsabile dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale (UOSD) di salute mentale per gli istituti penitenziari di PoggiorealeSecondigliano e Nisida.

Nel manifestare la propria gratitudine per aver istituito questa unità operativa, il Garante ha però ribadito la necessità di attuare quanto previsto dal Decreto n. 6 del 25 gennaio 2018, punto 33, comma 3, emanato dalla Direzione Generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario della Regione Campania. Da anni Ciambriello si batte per la piena applicazione di questo provvedimento, chiedendo oggi con forza il potenziamento dell’UOSD attraverso l’inserimento di ulteriori figure professionali specialistiche, in grado di garantire interventi efficaci di prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento per le persone detenute affette da disagio mentale o disturbi psichiatrici.

Ciambriello ha dichiarato:
“Per anni ho chiesto l’attuazione del Decreto n. 6 del 25 gennaio 2018 e oggi rinnovo l’appello con ancora più determinazione. Per curare la malattia mentale non basta uno psichiatra: serve un’équipe multidisciplinare composta da psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione e operatori sociosanitari (OSS). Solo così si può parlare davvero di Unità Operativa Semplice Dipartimentale.”

Il Garante ha inoltre evidenziato che, tra gli istituti di Secondigliano e Poggioreale, si contano circa 305 detenuti con disturbi psichici, di cui quasi un centinaio affetti da psicosi, distribuiti in diversi padiglioni.

Ciambriello così ha concluso: “La malattia mentale in carcere è una realtà complessa, spesso gestita con l’isolamento anziché con le cure. Ma è proprio la malattia la causa di certi comportamenti. Troppo spesso mancano cure adeguate, figure sociosanitarie di sostegno e – quasi sempre – misure alternative al carcere. Il protocollo d’intesa della Conferenza Stato-Regioni prevede la presenza di almeno uno psichiatra ogni 500 detenuti: a Poggioreale e Secondigliano questo parametro non è rispettato. Il carcere, purtroppo, sta diventando sempre più una discarica sociale e un carcere dei matti.”