Resteranno in carcere Michele e Antonio Carozza, padre e figlio di 57 e 31 anni, arrestati martedì 8 luglio per l’omicidio del 25enne Stefano Margarita, avvenuto la sera di lunedì a San Marco Evangelista, nel Casertano. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Emilio Minio dopo aver interrogato separatamente i due indagati nell’ambito dell’udienza di convalida del fermo disposto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.
Rispetto al silenzio dei primi momenti al cospetto del pm, oggi davanti al gip padre e figlio, assistiti dagli avvocati Tommaso Giaquinto e Giuseppe Stellato, hanno parlato dando la loro versione dei fatti. Il 57enne Michele Carozza, piccolo imprenditore incensurato, ha confessato, visibilmente scosso per l’accaduto, di aver inferto la coltellata letale al 25enne per difendere il figlio Antonio, mentre questi veniva aggredito da Margarita e da altri tre amici giunti dal quartiere napoletano di Secondigliano per regolare i conti relativi alla divisione dei proventi delle truffe agli anziani.
Il 57enne ha detto di esser prima sceso dall’auto per provare a difendere il figlio e di aver preso dei pugni, quindi di esser tornato nella vettura e aver preso un coltellino di quelli multiuso, con cui poi ha inferto un colpo al 25enne Margarita e ad un amico, rimasto ferito a ricoverato in ospedale. Solo una la coltellata subita dal 25enne, risultata però fatale. Michele Carozza si è poi detto molto dispiaciuto.
Dal canto suo Antonio Carozza ha confermato di aver commesso truffe con il gruppo napoletano, e di aver ricoperto il ruolo di conducente della vettura usata per andare a fare i colpi.
25enne ucciso nel Casertano, restano in carcere padre e figlio

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