La stazione di Arpaia, ieri mattina, è stata teatro di una manifestazione che ha coinvolto cittadini, associazioni locali e amministratori del territorio, tutti uniti contro l’ennesimo rinvio della riapertura della linea ferroviaria Benevento-Napoli via Valle Caudina, oramai chiusa da troppi anni, gestita da Eav.
Il nuovo annuncio di Eav, confermato in una lettera inviata agli amministratori locali e ai sindacati, prevede che i treni riprenderanno a circolare non prima del 2027, con i lavori sulla linea che termineranno a giugno 2026, seguiti dai sei mesi di attesa per i controlli di sicurezza di ANSFISA.
La Valle Caudina attraversa un momento di rinascita, con diversi borghi che sono oggetto di riqualificazione grazie all’impegno dei singoli cittadini e imprenditori. “Questi stanno dando vita a nuove attività nel settore della ristorazione e dei servizi per turisti, mentre le associazioni del territorio organizzano eventi per attirare visitatori e potenziali nuovi residenti, specialmente dalle aree ad alto rischio sismico – si legge in una nota della Pro Loco Valle Caudina -. La mancanza di un collegamento ferroviario adeguato con Napoli e Caserta, tuttavia, ostacola la possibilità che queste aree interne diventino un valido rifugio non solo per il tempo libero ma anche per chi potrebbe trasferirsi stabilmente. Senza un trasporto efficiente, il lavoro e la vita quotidiana di chi decide di vivere nella Valle Caudina risultano impraticabili.
Oltre a compromettere lo sviluppo turistico e economico della zona, la mancanza di un collegamento ferroviario incide profondamente sulla vita quotidiana dei lavoratori e, ancor più significativamente, degli studenti provenienti dai paesi della Valle Caudina. L’assenza di un trasporto pubblico affidabile rende estremamente difficile per i lavoratori raggiungere i propri posti di lavoro e, per gli studenti, garantire una presenza costante e puntuale nelle scuole e università di Napoli e Caserta, ostacolando il loro diritto all’istruzione e all’avanzamento formativo.
La Valle Caudina, nuovamente delusa e frustrata, ha visto intervenire diverse figure di spicco del territorio che hanno espresso il proprio disappunto e la volontà di non lasciar cadere l’attenzione su un problema che continua ad isolare la comunità dal resto della regione”.
Frano Napoletano ha sottolineato il lavoro intenso della Pro Loco di Airola, insieme a molte associazioni della Valle, nella valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico della Valle Caudina. Tuttavia, la questione della linea ferroviaria rappresenta un notevole ostacolo. “Senza un collegamento adeguato con Napoli e Caserta, i nostri preziosi beni Unesco come l’Appia e l’Acquedotto Carolino, i musei e tutte le attività di promozione del territorio non possono prosperare,” ha dichiarato Napoletano. “Questo isolamento vanifica gli sforzi instancabili delle associazioni e dei volontari e continua a penalizzare il territorio e i suoi abitanti, limitando le opportunità di crescita e sviluppo che meritiamo”.
Francesco Casale della Pro Loco Valle Caudina, ha espresso un forte senso di frustrazione e stanchezza per le promesse non mantenute riguardo ai collegamenti ferroviari. “La nostra Valle necessita di essere valorizzata, specialmente dal punto di vista turistico, e i collegamenti ferroviari sono determinanti per la crescita economica e sociale,” ha affermato Casale. “Le responsabilità ricadono non solo su chi gestisce EAV, ma anche sugli amministratori locali che non fanno sentire abbastanza la propria voce. Oggi, a parte la presenza di qualche consigliere di opposizione e dei sindaci di Arpaia e Forchia, non c’era nessun altro a sollevare la voce e, soprattutto, a dimostrare vicinanza e sostegno ai cittadini. Desidero però ringraziare di cuore tutti gli amici presenti e le associazioni che hanno partecipato attivamente alla manifestazione”.
E’ intervenuta anche Filomena Carofano, consigliere comunale di Cervinara, che ha messo in luce la criticità della situazione attuale per i suoi concittadini, che stanno vivendo gli effetti dell’isolamento. “Il continuo spopolamento della Valle Caudina è una realtà inaccettabile, accentuata dalla mancanza di un collegamento ferroviario efficiente” ha dichiarato Carofano. “Mentre la sicurezza delle linee ferroviarie deve restare una priorità, è
essenziale accelerare il ripristino del servizio per contrastare l’emigrazione e favorire il ritorno e l’insediamento di nuovi residenti. Senza infrastrutture valide, non possiamo sperare di rafforzare né il turismo né la crescita economica della nostra amata valle”.
Pasquale Luca Nacca di Insieme per Avellino ha espresso la frustrazione accumulata nel seguire la vicenda da molti mesi, in cui le parole non sono state seguite dai fatti. “Basandoci sulle dichiarazioni di Eav, la ferrovia della Valle Caudina avrebbe dovuto riaprire già da tempo, e invece tutto è ancora fermo al palo,” ha dichiarato Nacca. “Il nostro sostegno alla comunità della Valle Caudina sarà costante e concreto, attraverso iniziative come raccolte firme e incontri coi prefetti, se necessario. È essenziale che le promesse vengano mantenute e che i cittadini possano finalmente contare su un servizio fondamentale per il loro sviluppo e benessere”.
Presente anche Noe’ Mollica, rappresentante dell’Associazione Terramia, che ha espresso non solo la voce del suo ente del terzo settore, ma anche quella di tutti i padri di famiglia preoccupati per il futuro dei propri figli. “Senza un collegamento ferroviario adeguato, il percorso universitario per i nostri figli diventa impossibile,” ha affermato Mollica. “Siamo costretti a vederli perdere ore di sonno e di studio per raggiungere l’università con l’auto oppure a considerare l’opzione di affittare casa, rendendo l’istruzione un privilegio oneroso e facendo così perdere il diritto allo studio. È fondamentale che le istituzioni riconoscano questo grave impedimento e si muovano per trovare soluzioni rapide”.
Augusto Genovese del Comitato Pendolari Valle Caudina ha invece espresso un forte scetticismo riguardo alla possibilità che la ferrovia riparta nel 2027, mettendo in discussione le capacità gestionali dell’EAV e del suo presidente. “Durante l’incontro del lontano 2020, ci era stato garantito che la linea sarebbe stata chiusa per soli sei mesi, e dopo tanto tempo ci ritroviamo ancora qui a discutere del problema”.