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Prenotare un esame attraverso il Sistema sanitario nazionale è ormai, per molti cittadini, una corsa a ostacoli contro il tempo e contro un sistema che sembra sempre più scoraggiare l’accesso alle cure pubbliche. Tempi infiniti per una Tac o per semplici analisi, mentre gli stessi esami – effettuati a pagamento – sono disponibili in pochi giorni in provincia di Salerno.

Una distorsione che secondo Mario Polichetti, responsabile del Dipartimento nazionale Sanità dell’Udc, “non è solo ingiusta, ma sta diventando un vero e proprio conflitto di interesse istituzionalizzato”.

“È assurdo – dichiara Polichetti – che un medico, lo stesso medico, non abbia posto per settimane o mesi nella struttura pubblica dove lavora, ma sia immediatamente disponibile se contattato privatamente. Questo meccanismo genera una concorrenza sleale e mina alla base l’etica del sistema sanitario”.

Secondo Polichetti, la questione non è solo organizzativa, ma anche morale: “Non si può continuare a ignorare che esista un evidente cortocircuito tra le liste d’attesa del pubblico e l’offerta privata gestita dagli stessi professionisti. È un paradosso che danneggia in primo luogo i pazienti meno abbienti, costretti a scegliere tra la salute e il proprio portafoglio”.

Il riferimento è a numerose segnalazioni che giungono anche dal territorio salernitano, dove per ottenere esami strumentali attraverso il Cup pubblico si parla di attese fino al 2026, mentre nel privato convenzionato – o del tutto privato – le stesse prestazioni sono immediatamente accessibili, purché si paghi.

“Così la sanità pubblica perde credibilità e i cittadini perdono fiducia nelle istituzioni. Serve trasparenza e serve regolare questo doppio binario inaccettabile”, prosegue Polichetti. “Non è più sufficiente denunciare: bisogna intervenire con norme chiare per impedire che chi lavora nel pubblico possa trarre vantaggio da inefficienze che lui stesso contribuisce a creare”.

“Chi ha responsabilità politiche e gestionali – conclude – deve dire chiaramente se vuole difendere una sanità pubblica accessibile a tutti o se preferisce alimentare una deriva in cui curarsi diventa un privilegio e non più un diritto”.