“Quanto accaduto ha principalmente un nome e cognome: Gianluca Festa. E poi c’è un complice, Rino Genovese. Non da ultimo i vertici nazionali e regionali del Partito Democratico che si sono intromessi in una vicenda cittadina ed hanno impedito a consiglieri liberi di salvare la città di Avellino”
Si è presa qualche ora per riflettere l’orami ex sindaco di Avellino Laura Nargi ma all’indomani della sfiducia consumata in Consiglio comunale, parla e lo fa in modo perentorio. Per la prima volta chiama l’ex sindaco per nome e cognome. E stavolta lo fa “perchè la città deve sapere, ma sono certa che già lo ha capito, chi è il responsabile di quanto accaduto. Gianluca Festa, un Re Solo, un Re Folle” dice ancora Nargi che nel corso di una conferenza stampa non nasconde un certo turbamento per quanto accaduto: “Il bilancio politico è il previsionale, il consuntivo è il tecnico: hanno votato contro la città, contro loro stessi, un bilancio affossato da Gianluca Festa, che abbiamo seguito tutti negli ultimi cinque anni, e questo forse comporterà anche il dissesto”.
Dure accuse anche a Rino Genovese “poteva essere il diciassettesimo voto e salvare la città, perché aveva votato un previsionale, le linee programmatiche. Poi si è nascosto dietro un vile silenzio in Consiglio e ha tradito il patto che lui stesso aveva proposto alla città. Certo ho sbagliato anche io dopo il ballottaggio, ma ho chiesto scusa. Lui diceva di non aver mai chiesto poltrone, quindi non capisco perché poi si sia contraddetto. Forse perché è diventato un adepto festiano? Non si sa”.
Nargi non lesina attacchi anche a quella maggioranza uscita dalle urna che lei stessa aveva premiato riconoscendo assessorati e, appunto, mettendo all’angolo nella prima fase i consiglieri del “Patto Civico”: “Hanno utilizzato lo stesso vile silenzio di Genovese. Mi vergogno per loro. Non so se chiamarli consiglieri, perché io sono una donna delle istituzioni e ho sempre dato un valore enorme alla figura del consigliere comunale, ma loro non hanno avuto senso di responsabilità. Hanno pensato solo ai personalismi”.
Quindi il ruolo del Partito Democratico: “Non ho nulla da dire contro i singoli consiglieri comunali del Partito democratico, che a dire la verità meritano il mio ringraziamento per tutto il lavoro svolto e per le belle parole di ieri, ma loro non potevano fare altrimenti. Il mio pensiero va a quel PD, a quella classe dirigente che ha distrutto un partito così importante come il PD, che ha sempre pensato agli egoismi, cercando ancora una volta di ricostruire la sua verginità sulle macerie istituzionali. Un partito così non verrà perdonato.Sono venuti dai vertici regionali e nazionali, si sono inseriti in un discorso cittadino e hanno contribuito, insieme a Gianluca Festa ad affondare la città”.
Nargi poi esalta la sua squadra, quei consiglieri che strada facendo sono passati dalla sua parte e rilancia subito la sfida: “Il mio non è un addio, ma un arrivederci. bMe ne vado a testa alta e con la coscienza pulita. Senza macchie giudiziarie, nonostante qualcuno ha provato a tirarmi in ballo e a dire la verità ancora non mi ha nemmeno chiesto scusa”
Abbiamo costruito in pochi mesi una squadra civica di professionisti, di persone che hanno messo mente e cuore per questa città, un gruppo che crescerà sempre di più al mio fianco in nome di Avellino, perché per noi è una missione di vita e non una poltrona stare qui.