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Dopo le prime sgambate a Dimaro e l’accoglienza entusiasta dei tifosi azzurri, Kevin De Bruyne ha parlato per la prima volta in conferenza stampa da nuovo giocatore del Napoli. L’ex Manchester City ha raccontato i motivi della sua scelta, le emozioni del ritiro e l’impatto con l’ambiente azzurro. Queste le sue parole: “Dal punto di vista della competitività è il posto migliore per me. Ho la possibilità di dimostrare le mie qualità. Cambia parecchio rispetto all’Inghilterra, ma anche questo mi rende entusiasta. Napoli era la scelta migliore, il motivo principale è che volevo dimostrare di poter giocare ad alto livello. Sono rimasto entusiasta del progetto del Napoli”.

Le aspettative sulla Serie A: “Ci sono tante squadre con qualità ma il nostro obiettivo è fare bene su tutti i fronti. Speriamo di piazzarci più in alto possibile e fare un bel percorso nelle coppe. È il momento di adattarmi, il Napoli è diverso rispetto a quanto sono abituato. La Serie A è un campionato competitivo ed è un’esperienza nuova per me”.

L’influenza di Lukaku e Mertens: “Ho chiamato sia Lukaku che Mertens per avere informazioni sulla città, la squadra e l’ambiente. Mi hanno aiutato a capire meglio, ma alla fine è stata una mia decisione, presa insieme a mia moglie e ai miei figli. Romelu era contento quando ha saputo che sarei venuto. Mi facilita questa scelta, ma è stata mia al 100%”.

L’emozione del numero 10:Sono rimasto sorpreso all’inizio, sapevo che il numero 10 era di Maradona ed era stato ritirato. È stato un bel gesto, un onore. Non credo che mi dia più responsabilità, quando si gioca in una società come questa la pressione c’è sempre. Maradona è una leggenda, ha fatto la storia: sono grato e orgoglioso, ma io voglio essere me stesso”.

La trattativa con il Napoli: “Il Napoli ha presentato il suo progetto, molto diverso da quello a cui ero abituato. Ma è stata l’opzione migliore sotto tutti i punti di vista. Anche per lo stile di vita”.

Il primo impatto con Antonio Conte:Non ho parlato ancora molto con lui, ci siamo confrontati solo un paio di volte sul campo. So che è un allenatore molto tattico, uno dei migliori degli ultimi dieci anni. Ha allenato Chelsea e Tottenham, lo conoscevo già. Giocava a cinque, ma ora stiamo lavorando su altri principi. Credo di poter imparare molto. Finora ho osservato, ho cercato di capire la squadra, lo staff. Tra 5-6 settimane sarò pronto per dare tutto”.

Il fattore Champions League: “È importante, perché la Champions è una delle competizioni più belle al mondo. Sapevo che il Napoli avrebbe giocato questa competizione perché lottava per lo Scudetto. L’ho giocata per dieci anni, non vedo l’ora di viverla anche con questa maglia. Speriamo di fare un bel percorso”.