“Napoli è molto amata, i napoletani no”. Così lo scrittore Maurizio De Giovanni che, durante la trasmissione di Anteprima24 sul Napoli Calcio, ha proposto una riflessione lucida e appassionata circa il singolare dualismo che affligge la città partenopea e i suoi abitanti.
Secondo De Giovanni, Napoli è celebrata ovunque per la sua cultura, le sue tradizioni, la cucina, il teatro, la musica, la lingua, i monumenti. Una città sognata, visitata, raccontata. “Io che porto in giro storie ambientate a Napoli – afferma – noto sempre una grande curiosità. Mi chiedono della canzone napoletana, dei piatti tipici, dei riti e delle atmosfere. Napoli affascina, fa brillare gli occhi”.
Eppure, a fronte di questo amore per la città, ricorre spesso una diffusa ostilità verso chi la abita o vi è nato: “Per qualche strano motivo, i napoletani sono spesso visti negativamente, sia al Nord che al Sud. E questa è la grande sfida: far capire che i napoletani sono Napoli, che la città è madre di figli che le somigliano profondamente”.
Il calcio, in tutto questo, ha un ruolo ambivalente. “La squadra del Napoli può essere un grande passe-partout – dice – soprattutto per i tanti napoletani che vivono lontano e spesso subiscono prese in giro o forme di discriminazione. Ma il Napoli purtroppo può essere anche motivo di divisione: cori di odio contro Napoli vengono intonati persino quando la squadra non è in campo”.
De Giovanni racconta di cori di odio e insulti lanciati da tifoserie di ogni parte d’Italia, spesso all’unisono, come forma di sfogo identitario o razzismo sportivo. “Certi atteggiamenti – sottolinea – sono inaccettabili. Ma non voglio credere che tutta Verona o tutta Bergamo, ad esempio, condividano certe invettive. Credo che sia anche una nostra responsabilità esportare la parte migliore di noi”.
E quella parte migliore esiste, vive, cresce. “Oggi Napoli è divenuta l’approdo finale per il turista. Non si passa più per Napoli per poi andare a Ischia, Capri, la Costiera, Pompei. Oggi ci si stabilisce a Napoli per poi visitarne i dintorni. La città è al centro ed è straordinario”.
Anche il calcio ha avuto un ruolo determinante in questa rinascita: “Il Napoli è diventato un ambasciatore della città. C’è simpatia verso la squadra, come accade spesso con chi vince. E noi possiamo consolidare tutto questo. Il club sta offrendo un modello di sostenibilità economica: conti in ordine, niente debiti, una gestione oculata pur senza ricavi da top club”.
Infine, l’autore de ‘Il Commissario Ricciardi’, ‘Mina Settembre’ e tante altre fiction Rai – nonché cittadino onorario della città di Benevento e direttore artistico del Centro di Produzione Teatrale della Fondazione Benevento Città Spettacolo – rivendica con fierezza la propria identità: “Nessuno è più orgoglioso e felice di essere nato a Napoli quanto me. Non vorrei essere nato un chilometro fuori dalla città. Ne riconosco i difetti, ma me li tengo stretti. Sono nostri, sono peculiari. E sono parte di ciò che ci rende unici”.
Una voce autorevole, quella di De Giovanni, che invita alla consapevolezza, al rispetto reciproco, e soprattutto a un’azione collettiva: “Abbiamo esportato anche cose negative – ammette – cialtroneria, violenza, anche nei contesti calcistici, pur se in passato è stato spesso riconosciuto un ammirevole fair play alla nostra tifoseria. Ed ora sta a noi mostrare il meglio. Napoli lo merita. Ed anche i napoletani”.