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Il sogno si è avverato. Tim Burton ha finalmente calcato il blue – anzi black per l’occasione – carpet del Giffoni Film Festival, accolto da un’ovazione travolgente. Con al suo fianco, a sorpresa, la compagna Monica Bellucci, ha attraversato sorridente la folla di giovani fan in visibilio.

Burton, regista cult di capolavori come Edward mani di forbice, Beetlejuice, Batman e la serie Mercoledì – la cui seconda stagione è in uscita su Netflix il prossimo 6 agosto – in un incontro stimolante con i giovani giurati ha raccontato la genesi del suo percorso: “Il mio è stato uno strano viaggio. Mi sento fortunato per aver potuto inseguire le mie passioni, e incoraggio anche voi a fare lo stesso. Non c’è una formula. I percorsi si intraprendono facendo cose.
Io ho sempre amato disegnare, ma per un periodo mi son sentito frustrato perché cercavo di adattarmi. Finché decisi: io disegno così. Non so nemmeno dirvi come faccio quello che faccio. Dovete seguire il vostro istinto e trovare un equilibrio. Il segreto è prendere ispirazione, guardare, ascoltare, essere curiosi”.

Tim Burton e Monica Bellucci al Giffoni Film Festival
Tim Burton e Monica Bellucci al Giffoni Film Festival 

Non ha mancato di ricordare i primi passi nel mondo del cinema: “I miei primi cortometraggi sono stati fondamentali, da lì è partito tutto. Ho incontrato tanti artisti meravigliosi. Non potrei scegliere un solo momento speciale, la mia è sempre stata una carriera intensa fatta di incontri incredibili. Come aver incontrato Dracula, ad esempio, posso dire di aver passato due ore con lui” sorride. 

Con franchezza ha confessato le sue difficoltà con l’epoca digitale: “Mi sento molto fortunato ad essere cresciuto in un’epoca in cui non c’erano internet e social. Oggi si è inondati, è un mondo troppo complesso. Se fossi stato ragazzo adesso, non credo sarei riuscito a sopravvivere. Quando leggo certi commenti online vorrei ammazzarmi. Sono orribili. Non ci date peso. Disegnate, create progetti, fate qualcosa oltre a stare connessi”. Tim Burton

Sulla nuova stagione della sua fortunata serie Netflix, Burton non ha anticipato molto: “Spero che in questa seconda stagione riuscirò a far emergere ancora di più il personaggio di Mercoledì. Mi ci rivedo molto: condivido la sua visione della famiglia e della società. È molto umana”. E ha aggiunto: “Un po’ in tutti i miei film ci sono aspetti che mi mettono in correlazione profonda con i personaggi. Quando ho disegnato Edward mani di forbice, non sapevo cosa sarebbe diventato. Era solo un disegno. Ma da un’idea può nascere tutto”.

Parlando di nuove collaborazioni ha raccontato del suo rapporto con Lady Gaga: “Mi sono sentito onorato di poter lavorare con lei. È una grande artista che mi ha sempre ispirato e con cui c’è stata subito una grande connessione”. 
Non poteva mancare una domanda sul suo lato oscuro: “Io dark? Provo a raccontare la vita che è fatta di allegria, tristezza, tragedia, emozione. I miei film sono così”. 
“Voi siete la mia ispirazione e vi auguro una bellissima vita e carriera”
ha detto in chiusura.

Il fondatore del Festival Claudio Gubitosi ha salutato il regista americano con entusiasmo: “Averti qui era il nostro desiderio e finalmente oggi si è avverato. Ti sei donato totalmente ai nostri ragazzi, che vengono da ogni parte del mondo. Ringrazio anche i ‘giffoners’ per come ti hanno accolto. Dai tuoi personaggi esce sempre fuori qualcosa di straordinario e in particolare la stranezza. E io faccio parte di questa categoria. Solo una persona ‘strana’ poteva immaginare di fare un festival qui, a Giffoni, 55 anni fa. Grazie per averci resi felici”.

Con un lungo applauso e l’abbraccio di Gubitosi, è arrivata la consegna del Premio Truffaut. Un riconoscimento che lo lega per sempre a Giffoni, luogo che, ancora una volta, si conferma indispensabile per realizzare sogni, far nascere passioni e avvicinare sempre più i giovani al mondo del cinema.
Tim Burton a Giffoni