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La regolarità della posizione dei lavoratori e il rispetto delle norme di sicurezza sono alcuni degli aspetti al centro dell’indagine della Procura di Napoli sulla morte dei tre operai precipitati ieri nel vuoto dopo la caduta del cestello elevatore sul quale si trovavano. Tra le ipotesi formulate quella che non avrebbe retto al peso eccessivo – rappresentato dai tre operai e da un rotolo di bitume – la parte alta della colonna a cui era agganciato il cestello che, dopo il cedimento di alcuni componenti, si è ribaltato facendo precipitare nel vuoto i lavoratori. Non si ferma quindi in queste ore il lavoro della Procura di Napolii, con il procuratore aggiunto Antonio Ricci e con il sostituto Stella Castaldo. Dopo un primo sopralluogo sul luogo dell’incidente, gli inquirenti analizzeranno i dati tecnici del cestello e dell’intera struttura a cui era collegato, per verificare se, effettivamente, era in grado di sopportare quel carico. I magistrati della sesta sezione “Lavoro e Colpe professionali” hanno chiesto la documentazione e attendono di avere un quadro più completo prima di effettuare eventuali iscrizioni nel registro degli indagati e ipotizzare reati da contestare.

Due dei tre operai che sono morti ieri a Napoli per il ribaltamento di un montacarichi lavoravano al nero. Trova conferma in fonti investigative la notizia anticipata da alcuni media, tra cui Il Mattino e la Repubblica. Il rispetto delle normative di sicurezza è uno degli aspetti dell’indagine della Procura di Napoli. Si cerca conferma anche a un particolare importante: gli operai non indossavano caschi e non erano allacciati a cinture di sicurezza che avrebbero impedito la caduta nel vuoto.
 
Ci sono quattro indagati per il crollo del cestello sul quale si trovavano tre operai che ieri sono morti a Napoli. Secondo quanto scrivono Il Mattino e la Repubblica si tratta dell‘amministratore di condominio, del coordinatore della sicurezza, del titolare della ditta per la quale lavoravano gli operai e quello della società che ha noleggiato all’impresa la verticale che si è rotta. Omicidio colposo plurimo l’ipotesi investigativa. Si tratta – si precisa – di un atto dovuto in attesa dello svolgimento dell’autopsia sui corpi delle vittime.
 
Potrebbero tenersi già lunedì prossimo gli esami autoptici sulle salme dei tre operai – Vincenzo del Grosso, 54 anni, di Napoli, Ciro Pierro, 62 anni e Luigi Romano, 67, di Calvizzano e Arzano, due grossi centri della provincia – precipitati da un montacarichi mentre stavano portando su un lastrico solare due rotoli di materiale bituminoso, in via San Giacomo dei Capri, nel Rione Alto di Napoli.
Le quattro persone su cui si sta concentrando l’attenzione degli inquirenti (l’amministratore di condominio, il coordinatore della sicurezza, il titolare della ditta per la quale lavoravano gli operai e quello della società che ha noleggiato all’impresa la verticale che si è rotta) potranno nominare con i rispettivi avvocati dei consulenti di parte. A esami completati le salme saranno restituite alle famiglie per le esequie.