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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma del Comitato Civico “Rispetto e Tutela del Territorio”.

Le recenti vicende relative all’impianto di compostaggio della società NEW VISION S.R.L. a Sassinoro, Benevento, riaccendono interrogativi fondamentali sulla giustizia e sulla tutela della salute e dell’ambiente, questioni che la comunità si pone da anni.

In data 25 luglio 2025, la Regione Campania, tramite la Direzione Generale Ciclo Integrato delle Acque e dei Rifiuti, ha disposto la diffida e la contestuale sospensione dell’autorizzazione rilasciata a NEW VISION S.R.L.. Questa decisione, ai sensi dell’art. 208, comma 13, lett. b) del D.lgs. n. 152/2006 e in applicazione dei principi di precauzione e prevenzione di cui all’art. 3-ter del medesimo decreto, è stata presa a seguito di gravi inosservanze delle prescrizioni autorizzative e della manifestazione di situazioni di pericolo per la salute pubblica e l’ambiente.

L’impianto, autorizzato con Decreto Dirigenziale n. 5 dell’08/03/2018 per la gestione di un impianto di compostaggio in località Pianelle, area PIP, nel Comune di Sassinoro, è stato oggetto di diverse ordinanze contingibili e urgenti emesse dal Comune di Sassinoro. In particolare, le ordinanze n. 8/2025, n. 10/2025 e n. 11/2025 riguardavano sversamenti illeciti nel depuratore comunale e nei corpi idrici, con conseguente moria di fauna ittica (circa 1 quintale di trote). 

Sebbene inizialmente gli autori degli sversamenti fossero ignoti, l’Ordinanza Sindacale n. 11/2025 ha indicato come responsabile la società NEW VISION S.R.L., anche a seguito del sequestro preventivo da parte del Nucleo Carabinieri Forestale di Pontelandolfo del tubo di scarico proveniente dall’impianto di tale Società.

Le indagini condotte dall’ARPAC, attivate l’11 luglio 2025 per una moria di trote nell’allevamento “Al Vecchio Mulino” in Contrada Piana del Comune di Morcone, lungo il torrente Sassinoro, hanno rivelato la presenza di acque scure e maleodoranti provenienti da un tubo in prossimità della New Vision. Il verbale di campionamento ha collegato l’origine dello scarico a uno smaltimento di rifiuto liquido (percolato). È stato inoltre verificato che il tubo in questione, dal quale dovrebbero fuoriuscire solo acque di prima pioggia depurate (mediante dissabbiatore e disoleatore) e acque di seconda pioggia, si immette nel collettore fognario comunale.

Riguardo alla moria di trote, la Regione Campania ha inizialmente dichiarato 1 quintale di trote morte. 

Tuttavia, da fonti dirette, si apprende che l’inquinamento ha causato la morte diretta di 15 quintali di trote, e ulteriori 35 quintali di trote in altre vasche sono state disposte all’eliminazione per evitare ulteriori contagi. Per la ditta, le stime dirette parlano di 50 quintali di trote perse, considerando anche che l’azienda forniva trote ad altri allevamenti

È emerso che la gestione del percolato da parte di NEW VISION S.R.L. non era conforme a quanto previsto dall’autorizzazione, la quale stabilisce che il percolato sia gestito separatamente come rifiuto liquido. Già in precedenza, con nota PG n. 460758 del 28.09.2023, la UOD aveva diffidato la New Vision srl per difformità nella gestione dell’impianto, con una specifica prescrizione sulla corretta gestione del percolato. La società si era impegnata a trasmettere semestralmente documentazione attestante la corretta gestione del percolato, documentazione che non è stata prodotta, né è stato dato riscontro a richieste urgenti successive.

La situazione è aggravata dal fatto che l’impianto è ubicato all’interno del Parco Nazionale del Matese, un’area di dichiarato pregio ambientale e sottoposta a specifiche misure di tutela ambientale e paesaggistica. Inoltre, i reflui sversati hanno interessato il torrente Sassinoro, affluente del fiume Tammaro, il cui corso costituisce la ZSC IT8020001 “Alta valle del fiume Tammaro”, un’area di interesse comunitario della Rete Natura 2000. Questi elementi evidenziano un grave alterazione dell’equilibrio ecologico e una potenziale violazione della normativa sulla tutela delle acque e del danno ambientale17.

La sospensione immediata dell’autorizzazione, valida per trenta giorni o fino a una verifica positiva da parte delle autorità di controllo, impedisce alla New Vision Srl di ricevere ulteriori rifiuti, pur consentendo il trattamento di quelli già presenti nell’impianto19. Alla società è stato intimato di adottare ad horas tutte le misure urgenti per garantire la tutela della salute umana e dell’ambiente, nonché una corretta gestione del percolato e degli scarichi, evitando qualsiasi commistione tra le acque di dilavamento delle coperture e provenienti dall’impianto di prima pioggia, e il percolato che dev’essere gestito separatamente come rifiuto liquido. 

Entro lo stesso termine, dovrà fornire la documentazione attestante la corretta gestione del percolato, e la verifica dell’ottemperanza sarà effettuata con un sopralluogo congiunto di Provincia di Benevento e ARPAC entro dieci giorni dal ricevimento della relazione giurata che la ditta dovrà presentare entro trenta giorni21.

Questo provvedimento, sebbene rappresenti un passo significativo, non è considerato determinante per la salvaguardia ambientale e la tutela della salute dalla comunità locale, che da anni denuncia la pericolosità dell’impianto in quella posizione, ora parte del Parco Nazionale del Matese. 

Le preoccupazioni sono state sollevate fin dal gennaio 2022 dal “Comitato Civico Rispetto e Tutela del Territorio”, che ha presentato analisi del terreno e delle acque in Contrada Pianelle a Sassinoro, a causa della fuoriuscita di percolato. Queste analisi, acquisite dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con protocollo n. 11253 del 31.01.2022, testimoniano una situazione di degrado purtroppo peggiorata.

È stata più volte contestata la posizione dell’impianto, adducendo documentazione e una sentenza del Tar Campania n. 1790 del 17/03/2021, che accoglieva il ricorso per motivazioni legate alla difesa del territorio. 

Tale sentenza è stata poi ribaltata e annullata dal Consiglio di Stato il 26/05/2022 per motivazioni amministrative, ritenute dal Comitato di peso minore rispetto alla tutela ambientale. 

L’impianto è situato a pochi metri dal fiume Tammaro, rientrante nel perimetro di Natura 2000 (il cui ente gestore è la Regione Campania, che non è intervenuta in merito), a monte di un progetto di potabilizzazione del Lago di Campolattaro (dove insiste un’oasi WWF) e non avrebbe gli spazi e le strutture adeguate.

Sebbene l’impianto sia situato nella Zona 3 del Parco Nazionale del Matese, lo sversamento ha provocato un inquinamento e un disastro ambientale nella Zona 2, la quale è caratterizzata da normative di tutela più elevate e stringenti. Tale evento è ritenuto estremamente pregiudizievole per l’ecosistema del Parco Nazionale del Matese, per la salute dei residenti e per le attività socio-economiche del territorio.

Per questo, il 18 luglio 2025, il Comitato Civico “Rispetto e Tutela del Territorio” ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e alla Direzione Generale Uso Sostenibile del Suolo e delle Risorse Idriche di intervenire per accelerare l’inchiesta in atto, identificare i responsabili e consegnarli alla giustizia. 

Hanno inoltre richiesto l’intervento di tecnici ministeriali, che ai sensi dell’art. 5 lettera S del D.LGS 152/2006, possono partecipare come garanti delle politiche ambientali e la tutela dei Parchi Nazionali. 

Considerato che l’Ordinanza Sindacale n. 11/2025 ha individuato la società NEW VISION S.R.L. come responsabile del liquame inquinante , e che lo scarico afferente alla rete fognaria è stato nel frattempo sequestrato dalla Procura, il Comitato Civico “Rispetto e Tutela del Territorio” ha sollecitato il Ministero a intervenire per la chiusura definitiva dell’impianto.

Ciò al fine di prevenire ulteriori danni a progetti strategici di potabilizzazione finanziati con fondi pnrr, in considerazione di quanto al momento, interesseremo i commissari europei per il pericolo che va realizzandosi, chiedendo se le condizioni all’origine sono ancora in essere per continuare a finanziare tale progetto.

Oltre al pericolo che vive un territorio che fonda la sua prosperità sulla natura, sull’agroalimentare, sulle tradizioni e sulle persone, tutte ricchezze destinate ad essere potenziate grazie al Parco Nazionale del Matese.

Timore e preoccupazioni delle comunità sono che, passato il clamore mediatico, la situazione venga nuovamente messa a tacere, nonostante precedenti sentenze del TAR favorevoli e denunce e un Consiglio di Stato che aveva posto l’attenzione sull’iter autorizzativo. 

La sensazione prevalente è di rammarico per un ulteriore occasione persa, di porre fine a una vicenda considerata una “vergogna nazionale”, e il timore che si possa andare incontro a una soluzione temporanea che peggiorerà ulteriormente la situazione.