È emergenza nel comparto corilicolo, non solo in Irpinia ma in tutto il Paese. Una cascola anomala delle nocciole, verificatasi con settimane di anticipo rispetto al normale ciclo di maturazione, sta colpendo duramente le coltivazioni in Campania, Piemonte, Lazio e persino in Turchia. Le perdite, secondo le prime stime, arrivano in alcuni casi all’80% del raccolto, mettendo in crisi la sostenibilità economica di centinaia di aziende agricole, soprattutto nelle aree interne.
L’Irpinia è tra i territori più colpiti. Qui, la caduta precoce dei frutti ha interessato migliaia di ettari coltivati, con danni ingenti e raccolti irrimediabilmente compromessi. I frutti caduti risultano spesso acerbi, anneriti o già colpiti da agenti patogeni, rendendo vano ogni tentativo di salvare parte della produzione.
Le cause sono ancora oggetto di analisi, ma gli operatori parlano di una combinazione di fattori: stress termico prolungato, precipitazioni violente, attacchi di insetti fitofagi, patologie fungine e danni da fauna selvatica. Un evento eccezionale, imprevedibile e non affrontabile con misure ordinarie, che rientrerebbe nella classificazione di caso fortuito agricolo.
In risposta alla gravità della situazione, il consigliere regionale Enzo Alaia ha inviato una nota all’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Caputo, chiedendo l’attivazione formale dell’iter per il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Un passaggio fondamentale per garantire l’accesso a fondi straordinari, ristori economici e sostegno tecnico per le aziende colpite.
Il comparto corilicolo irpino è un’eccellenza agricola nazionale: con oltre 8.000 ettari coltivati, circa 3.700 aziende attive e un’indotta importante nella trasformazione e distribuzione, rappresenta il 40% della produzione campana e il 30% di quella italiana. Senza un intervento immediato, il rischio è il collasso di un intero settore, con conseguente abbandono delle coltivazioni e perdita di reddito per migliaia di famiglie.
Il Comitato degli Agricoltori della Media Valle del Sabato guidata dal rappresentante degli agricoltori Roberto Lauro ha invitato le imprese a documentare i danni attraverso foto, video, campionature e dati meteo ufficiali. Solo una reazione tempestiva, ben supportata e formalizzata, potrà offrire risposte concrete a un comparto in ginocchio, simbolo della resistenza e del valore economico e ambientale delle aree interne italiane.