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“Pur apprezzando il doveroso pressing politico che l’opposizione esercita rispetto ad un tema molto importante come quello della gestione dei fondi PNRR, riteniamo che sarebbe altrettanto significativo, da parte di tutte le forze politiche, un monitoraggio dei lavori che riguardano la riqualificazione del bene confiscato alla criminalità organizzata in contrada Olivola, denominato Ex Cementificio Ciotta. Stessa attenzione che bisognerebbe iniziare a riporre anche verso l’altro bene confiscato sempre in contrada Olivola, in Via Enzo Ferrari. Anch’esso confiscato alla famiglia Ciotta.
Ribadiamo con forza quanto già stigmatizzato in altre circostanze: trascurare il tema dei beni confiscati non è una scelta immobiliare ma una grave omissione culturale, etica, morale e sociale. Oltre ad essere irrispettoso verso il lavoro condotto dai magistrati e forze di polizia per giungere alla confisca definitiva degli immobili. Una mancanza di rispetto verso la memoria del sacrificio di Pio La Torre, insieme a Rognoni firmatari della legge che introdusse nell’ordinamento giuridico la confisca dei beni alle mafie, legge conosciuta come la 646/82.
È salutare per una comunità mettere al centro del dibattito politico-culturale la questione del riutilizzo del patrimonio sottratto alle mafie, rappresentando un faro sempre acceso sul tema delle mafie in senso lato e nello specifico sul rischio di infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale ed istituzionale.
Ma non solo, sarebbe opportuno, che nelle valutazioni di rischio si parlasse chiaramente di corruzione, malaffare, clientelismo.
Una costante attenzione culturale e politica atta a divenire esercizio primario da parte di tutte le forze politiche.
Sono rischi che inevitabilmente bisogna considerare a fronte di una grande mole di denaro pubblico che sta caratterizzando il nostro territorio come tutto il Paese.

La storia, anche recente, ci insegna che al muoversi dei capitali si muovono anche mafie e corruzione

Bisogna tenere in sicurezza i Fondi pubblici che, in quanto tali, sono di tutti, patrimonio della collettività che ne ha delegato la gestione.
Guai a considerarli fondi privati !!
Oltre alle mafie bisogna arginare le “mafiosità”.
Le mafiosità sono i comportamenti, le scelte, l’utilizzo improprio di strumenti legali come le concessioni, gli appalti, le autorizzazioni, gli incarichi e tutto ciò che la vita pubblica-amministrativa può utilizzare per creare alleanze e sodalizi.
Motivo per cui è indispensabile per l’integrità di un territorio parlare sempre di mafie e corruzione.

Rispetto a tutto ciò, non tacere rappresenta l’imperativo e pronunciare parole chiare, precise ed inequivocabili diventa un dovere.
Come ci ricorda sempre don Ciotti: “ Le mafie e la corruzione non sono un problema per il nostro Paese, ma IL problema. Riguardo all’ex Cementificio Ciotta, chiediamo all’amministrazione di aggiornare la comunità in merito allo stato dei lavori che riguardano l’area coinvolta originariamente dai fondi PNRR ( successivamente rimodulati da un “discutibile” provvedimento a firma dell’allora Ministro Fitto) ed i tempi di consegna che riguardano la palazzina già destinataria di un finanziamento regionale i cui lavori sarebbero dovuti già terminare.
Nel contempo, ci auguriamo che presto si avvii un percorso di confronto, partecipazione collettiva e co-progettazione con le tante realtà del territorio, per discutere insieme sul futuro dei beni confiscati presenti in città, così come anche in provincia con le competenti amministrazioni, come spesso sollecitato anche dalla Prefettura di Benevento”, così nella nota il Coordinamento Provinciale di Libera Benevento.