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In relazione al virus West Nile, “la situazione è sotto controllo, costantemente monitorata ed in linea con gli anni precedenti. Il 12 agosto una delegazione sarà inoltre a Latina a Casera per un incontro con le autorità locali”. Lo ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nell’informativa fatta alla Commissione Affari sociali del Senato.
Non ricordo allarmi mediatici nel 2018 e 2022 sul virus West Nile nonostante in quegli anni ci siano stati più casi e decessi. Secondo l’Istituto superiore di sanità – ha rilevato Schillaci – ci sono ad oggi 145 casi confermati, 59 con malattia neuroinvasiva, e le regioni con maggior numero di casi sono Lazio e Campania. Sono 37 le province con circolazione del virus in 10 regioni”. 
 
“A oggi, secondo i casi notificati sulla piattaforma nazionale coordinata dall’Iss, l’Italia ha registrato 145 casi confermati di infezione da West Nile Virus nell’uomo, di cui 59 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva, 10 casi asintomatici identificati in donatori di sangue, 75 casi di febbre e 1 caso asintomatico. Le Regioni con maggiore distribuzione di casi sono al momento la regione Lazio e la regione Campania. Tra i casi confermati sono stati notificati 12 decessi (1 Piemonte, 4 Lazio, 7 Campania). Sono attualmente 37 le Province con dimostrata circolazione del virus appartenenti a 10 Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia e Sardegna”. Lo ha comunicato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante l’informativa sullo stato dei casi da virus West Nile in Italia e le misure prese, in commissione Affari sociali al Senato.
La distribuzione regionale dei casi, ha precisato, ne registra “93 in Lazio, 24 Campania, 14 Veneto, 4 Piemonte, 3 Lombardia, 4 Emilia Romagna, 2 Sardegna, 1 Puglia”.
Nel 2018, anno con un inizio stagionale precoce, sono stati registrati sulla piattaforma nazionale Iss, ha ricordato, “618 casi e 49 decessi. Nel 2022, si sono registrati 728 casi confermati e 51 decessi. Nel 2024, al 31 luglio, erano stati segnalati 28 casi di infezione, con 2 decessi. Tuttavia, entro novembre 2024, il numero totale di casi era salito a 484, con 36 decessi. Non ricordo allarmi mediatici nel 2018 e nel 2022 nonostante a oggi siano gli anni con il numero più alto di contagi e purtroppo anche di decessi”.
L’infezione per le persone punte da zanzare infette, ha inoltre sottolineato Schillaci, “decorre per lo più in maniera asintomatica, 1 persona su 5 può manifestare febbre e sintomi lievi, 1 persona infetta su 150 può sviluppare una malattia grave con encefalite e meningite. La mortalità associata a queste forme gravi rimane rara: studi internazionali indicano un tasso di mortalità inferiore al 10% dei pazienti con manifestazioni neuro-invasive, con rischio più elevato nelle persone anziane o immunocompromesse”.
 
Negli ultimi anni alcune malattie trasmesse da vettori, come le zanzare, stanno mostrando una diffusione sempre più ampia anche in Italia, soprattutto durante i mesi estivi. Sebbene il cambiamento climatico stia in generale ampliando le aree geografiche favorevoli alla trasmissione del West Nile virus, la sua circolazione effettiva in un determinato anno dipende in larga parte dalle condizioni meteorologiche stagionali, che possono favorire o ostacolare temporaneamente il ciclo di trasmissione. Nel 2025, le regioni del Nord Italia potrebbero vedere un interessamento da casi autoctoni più blando rispetto alle aree del Centro proprio a causa di un inizio estate caratterizzato da un andamento termico più fresco e instabile rispetto agli anni precedenti”.
Lo ha comunicato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante l’informativa sullo stato dei casi da virus West Nile in Italia e le misure prese, in commissione Affari sociali al Senato.
L’Italia, ha inoltre sottolineato Schillaci, “ha una combinazione di fattori favorevoli per la circolazione del virus West Nile e altri arbovirus: collocazione lungo le rotte migratorie degli uccelli selvatici (serbatoi naturali) e temperature e habitat favorevoli alla moltiplicazione di vettori, in molte aree climaticamente idonee alla loro sopravvivenza ed espansione”. 
 
La risposta alla diffusione del virus West Nile “è disciplinata dal Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025″ e “il Ministero della salute assicura il pieno supporto alla rete dei servizi sanitari e territoriali”. Lo ha comunicato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante l’informativa sullo stato dei casi da virus West Nile in Italia e le misure prese, in commissione Affari sociali al Senato.
Il Pna, ha ricordato Schillaci, prevede tra le altre misure anche “disinfestazioni strategiche, da avviare già a marzo, e da calibrare sullo sviluppo stagionale delle zanzare, usando formulati adeguati per limitare lo sviluppo di resistenze. E viene dedicata una componente specifica alla formazione, riconoscendola come elemento essenziale”. Il Dipartimento di prevenzione ricerca ed emergenze sanitarie, con il Dipartimento One Health, ha anche sottolineato il ministro, “ha istituito una cabina di regia permanente, che, insieme al Gruppo Operativo Arbovirosi, lavorerà, in un’ottica One Health, per un ulteriore rafforzamento delle misure. Questo organo verrà inserito nel prossimo Piano Nazionale Arbovirosi”.
Nell’ambito delle attività di potenziamento della comunicazione al pubblico, inoltre, “affinché siano fornite informazioni per garantire una risposta adeguata ai bisogni sanitari dei cittadini, è attivo il numero di pubblica utilità 1500 del Ministero della Salute. Dal 21 al 25 luglio, il numero di pubblica utilità ha ricevuto più di 400 chiamate – ha detto il ministro – il 32% di queste ha riguardato le modalità di protezione dalle punture di zanzare e quindi dal virus West Nile, e richiesta di informazioni sulle attività di disinfestazione effettuate sia nell’area di residenza, sia in quella di destinazione del soggiorno feriale estivo”.