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I Sindaci del Distretto Calore Irpino con 12 voti favorevoli e 4 contrari e due astenuti hanno approvato lo schema regolatorio definisce il quadro normativo e le modalità di gestione del servizio idrico integrato fino al 2029. Domani la ratifica dell’esecutivo dell’Ente Idrico Campano affinchè Alto Calore potrà  investire le risorse regionali per ridisegnare i servizi di captazione, adduzione, distribuzione di acqua, fognatura e depurazione. 

Così la votazione:
Favorevoli ( quindi anche agli aumenti in bolletta) i sindaci ( o delegati) Buofiglio Michele; Camerlengo Gianluca; Carbone Pasquale; De Pasquale Giuseppe;  Di Leo Vito; Di Maio Michele; Di Rienzo Germano, Moscato Tommaso, Olivieri Antonio, Palmieri Beniamino, Pescatore Alfonso, Rozza Simone
Contrari (NO all’aumento): Musto Gaetano, Spagnuolo Paolo, Spera Marcantonio, Vignola Michele
Astenuti: Boccia Michele e Salvatore Emilio
 Assenti: Bruno Vincenzo, Corbisiero Antonio, D’Andrea Rocco, Melillo Lorenzo, Moretti Nicola, Napolitano Alessandro e Spiniello Antonio

Intanto però si prevedono forti aumenti delle tariffe, almeno del 30%, e la protesta corre tra politica e comitati mentre l’emergenza idrica sta mettendo in ginocchio oltre mezza irpinia.

E’ il caso di “Uniamoci per l’acqua” che ha inviato una diffida all’Alto Calore e al Prefetto di Avellino per un riesame dell’adeguamento tariffario 2024-2026.

I quattro punti della diffida
1. Rinvio di almeno 15 giorni del voto in Eic e pubblicazione integrale del modello tariffario MTI-4.
2. Trasparenza totale su fattore-limite θ, piano investimenti 2024-26, indennizzi già maturati e reale impatto della multa Arera.
3. Consultazione pubblica in streaming, come impone l’art. 35 del MTI-4, prima di qualsiasi delibera.
4. Verifica ufficiale che la penalità Arera da 2,1 M € non sia inclusa nei costi riconosciuti, ai sensi dell’art. 10.1-f del metodo tariffario.

In assenza di riscontro, il comitato, assistito dall’avvocato Mariangela Grasso, si riserva ricorso al Tar 
Campania per violazione degli obblighi di trasparenza e per eccesso di potere.
Perché ci opponiamo al rincaro “a scatola chiusa”
Pagare il massimo aumento possibile (θ = 9,95 % annuo) senza una lista cantieri, senza un cronoprogramma e con perdite al 60 % significherebbe trasformare la bolletta in una cambiale in bianco.
Gli indennizzi per interruzioni prolungate non sono ancora arrivati agli utenti. Prima i rimborsi, poi gli aumenti.
L’acqua irpina alimenta anche Puglia e Basilicata: i costi di ammodernamento vanno spalmati su scala nazionale attraverso fondi straordinari e contributi di captazione, non soltanto sulle famiglie irpine.

Prossime tappe:
Assemblea pubblica online (streaming) lunedì 11 agosto, con esperti di tariffa e sindaci che hanno già annunciato voto contrario.
Invio della carta per l’acqua pubblica ai capigruppo parlamentari e richiesta ufficiale di stato di emergenza infrastrutturale al consiglio dei ministri.
Se Eic non risponde entro 15 giorni, avvio di raccolta firme per azione collettiva di tutela davanti al Tar e allo Sportello Arera.