Tempo di lettura: 5 minuti

L’immagine del Vesuvio arso dal fuoco è scioccante e non solo per la bomba ambientale e sanitaria o per la brutalità della cartolina negativa che sta già facendo il giro del mondo, ma per l’incredibile assenza di prevenzione che ancora una volta si registra in quest’area. Al netto dell’accertamento dell’origine dolosa, è indispensabile rafforzare la gestione integrata del territorio e del patrimonio boschivo, investendo risorse realmente adeguate in sorveglianza e allerta precoce mediante sistemi avanzati di monitoraggio che includano sensori, droni, immagini satellitari e previsioni meteorologiche mirate, in modo da rilevare incendi nelle fasi iniziali e ridurre i tempi di intervento”. Lo scrive in una nota Orfeo Mazzella, senatore campano del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Commissione Affari Sociali di Palazzo Madama.
“Anche perché, nel caso di specie, le fiamme sono iniziate a divampare lo scorso 5 agosto. È inoltre necessario rafforzare i presidi delle forze dell’ordine e bonificare quanto prima i siti contaminati, rimuovendo immediatamente gli sversamenti abusivi fonti di innesco e riducendo il combustibile vegetale attraverso tagli selettivi mirati. Analogamente, urge coinvolgere le popolazioni coinvolte in esercitazioni periodiche, adottando iniziative di prevenzione e stretta collaborazione tra governo, regione, enti locali, Parco Nazionale e Protezione Civile. Pertanto, le indagini sull’eventuale matrice dolosa devono proseguire, ma la priorità è attuare subito e in modo strutturale le azioni preventive per ridurre il rischio di incendi in futuro”. 

“Le origini dolose o l’imperizia di qualcuno sono sicuramente al primo posto nelle ipotesi sulle cause. Poi le autorità giudiziarie dovranno accertare eventuali responsabilità, anche attraverso il sistema di videosorveglianza attivo nel Parco”. Così Gioacchino Madonna, sindaco di Massa di Somma (Napoli) e presidente della Comunità dei sindaci del Parco Nazionale del Vesuvio, che da ieri sera è in contatto con i sindaci di Terzigno e Boscotrecase, zone da cui è partito l’incendio. “Speriamo solo che l’incendio si possa domare nel più breve tempo possibile, le immagini che vediamo lasciano presagire un disastro anche in tema di biodiversità. Tutta la macchina istituzionale si è attivata in maniera importante”. 

“L’incendio del Vesuvio è solo l’ultimo episodio di un’estate drammatica per la Campania, colpita da decine di roghi, alcuni dei quali hanno minacciato centinaia di abitazioni”: così Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra. “Non possiamo continuare a rincorrere le emergenze. Chiedo la convocazione immediata di un tavolo nazionale per definire un piano straordinario di prevenzione e contenimento degli incendi, con risorse e mezzi adeguati per tutelare cittadini e ambiente, perché quelli che oggi sono disponibili non sono assolutamente sufficienti, in particolare i mezzi aerei sono pochissimi. Ogni giorno perso significa ettari di vegetazione in fumo, danni irreparabili alla salute pubblica e territori a rischio. Serve intervenire subito per garantire sicurezza e protezione a chi vive in queste aree”.

“Un fronte di fuoco di due chilometri sta devastando il Vesuvio, cancellando ettari di bosco, vigne e biodiversità unica al mondo. È un disastro ambientale che si ripete, come già accaduto nel 2017, e che impone risposte immediate e strutturali”. Lo afferma Sergio Costa, vicepresidente della Camera, a seguito dell’aggiornamento fornito dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, nel corso del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico.
“L’emergenza – per l’ex ministro dell’Ambiente – non può essere affrontata solo quando le fiamme sono già divampate. Occorre prevenzione, presidio e tecnologia. È necessario installare videocamere di sorveglianza capillari utilizzando i fondi delle Zone Economiche Ambientali, che purtroppo il Governo ha prosciugato, e costituire un pool investigativo dei Carabinieri Forestali, come avvenne nel 2017, che portò all’arresto di un incendiario e del quale io ero il comandante. Va, inoltre, rafforzato il Piano Programma di presidio permanente del Parco Nazionale mediante convenzione con il Comando generale dell’Arma, strumento operativo che, dal 2018 ha garantito la presenza sul territorio fino al 2022, poi niente”.
“A questo – aggiunge il vicepresidente della Camera – si deve affiancare l’uso sistematico di droni di sorveglianza e un coordinamento stabile con le associazioni di volontariato vesuviane, che conoscono il territorio e possiedono competenze preziose per intervenire tempestivamente.” “Chiederò un’informativa urgente del Ministro dell’Ambiente in Parlamento per sapere quale piano di tutela concreto il Governo intenda adottare per salvare il Vesuvio, il suo ecosistema e le comunità che lo abitano”, conclude Costa.

Gli incendi che stanno interessando il Vesuvio sono crimini. Chi appicca il fuoco o avvelena l’ambiente è un nemico della natura e della salute di una comunità. Il Vesuvio è un patrimonio unico al mondo, ridurlo in cenere per profitto, vendetta o incuria significa compiere un atto di barbarie inaccettabile. Per chi inquina, brucia o devasta non c’è perdono. Servono pene severe, controlli serrati e la certezza che ogni responsabile pagherà fino in fondo. Un ringraziamento di cuore va alle squadre di soccorso, ai vigili del fuoco, ai volontari, alla protezione civile e a tutti coloro che, in queste ore, stanno operando per salvare il nostro territorio. Difendere il Vesuvio significa difendere noi stessi”: così in una nota Mario Casillo, capogruppo regionale del Partito Democratico. 

 “Con la Regione governata da De Luca e dal Pd, con la finta opposizione dei 5 Stelle, siamo giunti ad una triste consuetudine: frane ed alluvioni d’inverno e devastanti incendi d’estate. In questi dieci anni e’ stata smantellata la Protezione Civile ed abbiamo un Antincendio Boschivo assolutamente inadeguato per fronteggiare emergenze come quelle del Vesuvio. Cosi’ si giunge a questi disastri ambientali, che mettono a grave rischio l’incolumita’ dei cittadini. Una vergogna infinita. La loro esperienza alla guida della Regione Campania e’ stata peggiore delle piaghe d’Egitto”. Lo afferma il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, Commissario Regionale del Partito in Campania.