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Un’altra notte di paura a causa del disastroso incendio che da giorni devasta il Vesuvio. Un nuovo fronte di fuoco si è sviluppato fra i comuni di Torre del Greco e Trecase, suscitando apprensione per un’area abitata dove ha sede anche un’azienda pirotecnica, il cui materiale è stato trasferito in via precauzionale. Grazie al lavoro da terra il perimetro è stato isolato, ma l’episodio dimostra come, al quarto giorno di fiamme, l’emergenza sia lontana dalla conclusione.
Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha tenuto una riunione operativa in uno dei comuni più coinvolti dai roghi, Terzigno: “Abbiamo ancora tre fronti – ha spiegato – che destano qualche preoccupazione: qui a Terzigno, a Torre del Greco e a Ottaviano. Ma la situazione nel complesso è in via di miglioramento, rispetto a venerdì”. In attività al momento ci sono 350 unità, compresi i volontari: rinforzi sono giunti da tutta Italia, sia per la Protezione civile che per i vigili del fuoco. A rendere più complicata la situazione sono “anche le temperature molto alte” e il fatto che il fuoco percorra zone impervie: al momento comunque non risultano in pericolo aree abitate.
Lo sforzo per domare le fiamme resta ingente. La Regione rende noto che fino al 10 agosto sono stati effettuati duemila lanci da parte di elicotteri e Canadair, sganciando oltre 8 milioni di litri di estinguente. L’Esercito ha realizzato cinque piste tagliafuoco. Oggi dal Friuli Venezia Giulia sono partite quattro squadre, mentre il governatore Luca Zaia conferma la presenza delle tre squadre del Veneto almeno fino a mercoledì ed è pronto a ulteriori impegni se necessario.
La task force investigativa speciale dei carabinieri sta raccogliendo elementi sulle cause degli incendi, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura di Nola. L’ipotesi è quella del dolo o del comportamento irresponsabile. Ci sono invece le riprese video a inchiodare un piromane che, nell’Avellinese, ha appiccato un rogo a Montemiletto. L’uomo è stato arrestato mentre un pensionato di 74 anni, Pasquale Dello Iacono, stremato dalla notte trascorsa insieme a vigili del fuoco e volontari per tenere le fiamme lontane dal suo terreno, è morto per infarto.
Secondo il direttore della Protezione civile della Regione Abruzzo, Maurizio Scelli, c’è “una mano criminale” anche dietro i roghi che si sono sviluppati oggi in più punti della Marsica, coinvolgendo oltre 90 ettari. “Qualcuno – dice – ha voluto che si scatenasse questo inferno”. Oggi gli equipaggi dei Canadair e degli elicotteri della flotta aerea dello Stato, coordinati dal Dipartimento della Protezione Civile, sono stati impegnati nelle operazioni di spegnimento dei numerosi incendi boschivi per cui si è reso indispensabile il supporto aereo alle attività svolte dalle squadre a terra. Sono state 20 le richieste di concorso aereo ricevute dal Centro Operativo Aereo Unificato (Coau) del Dipartimento da diverse regioni italiane: sette dalla Campania, quattro dalla Calabria, tre dal Lazio e dall’Abruzzo, due dalla Basilicata e uno dalla Sicilia.