Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma di Patrizia Spinelli, Segretario Generale FENEAL UIL Salerno
Le ultime verifiche straordinarie effettuate nelle strutture per anziani di Eboli, con sequestri e sospensioni di attività per gravi irregolarità,
confermano ciò che come FENEAL UIL denunciamo da tempo: il sistema di assistenza agli anziani nel nostro territorio è insufficiente, frammentato
e incapace di dare risposte certe e dignitose alle famiglie. Non possiamo continuare a rincorrere le emergenze. Serve una strategia, servono risorse,
serve la volontà politica di affrontare la questione con serietà.
Oggi, in provincia di Salerno, esistono appena sei RSA – a Bracigliano, Agropoli, Cava de’ Tirreni, Battipaglia, Vallo della Lucania e Giffoni Valle Piana –
e mancano completamente nei principali centri urbani come Salerno, Nocera Inferiore, Scafati ed Eboli. Questo vuoto strutturale costringe migliaia di famiglie
a rivolgersi al privato, con costi insostenibili, o a rinunciare del tutto all’assistenza. È inaccettabile.
In un Paese che invecchia, con redditi bassi e crescenti disuguaglianze, il problema delle RSA è già alle porte. Chi governa deve avere la capacità di guardare
oltre il breve periodo e programmare investimenti che rispondano ai bisogni reali, non solo alle scadenze elettorali.
La Regione Campania dispone di fondi europei FESR e FSE+ che possono essere immediatamente destinati alla costruzione di nuove RSA moderne, sicure e sostenibili.
Queste risorse devono essere utilizzate per creare posti letto pubblici e accreditati, generare occupazione qualificata non solo nel settore edile ma anche tra gli operatori sanitari indispensabili per garantire una RSA adeguata, capace di assicurare cure di qualità e dignità alla vecchiaia, e garantire standard di qualità e trasparenza attraverso controlli regolari.
Come FENEAL UIL Salerno chiediamo un piano straordinario: mappatura puntuale dei fabbisogni, bandi pubblici trasparenti, cantieri veloci con clausole sociali e
protocolli di legalità. Perché investire in RSA significa mettere al centro la dignità delle persone anziane e il diritto delle famiglie a non essere lasciate sole.
È tempo di passare dalle chiusure d’emergenza delle strutture alla costruzione di un sistema stabile e di qualità, che dia risposte certe e durature.