Tempo di lettura: 3 minuti

Al convegno “Il pomodorino: potenziale oro rosso del Fortore beneventano”, svoltosi oggi a San Bartolomeo in Galdo (BN), il commissario regionale della CIA Campania Carmine Fusco ha lanciato una serie di proposte concrete per il futuro di questo prodotto tipico: trasformare il pomodorino del Fortore in un brand riconoscibile, con un percorso che parta dalla cooperazione locale e punti a dare prospettive reali e durature ai giovani agricoltori. “Voglio innanzitutto ringraziare l’Amministrazione comunale di San Bartolomeo in Galdo per il lavoro portato avanti negli anni nella valorizzazione del pomodorino, un prodotto che ha qualità e tipicità uniche. Ora però dobbiamo fare il salto di qualità: dobbiamo creare un brand forte, capace di rappresentare questo territorio e di distinguersi sui mercati,” ha affermato Fusco. Il commissario della CIA Campania ha poi insistito sul coinvolgimento delle nuove generazioni: “Mi rivolgo soprattutto ai giovani: è il momento di mettersi insieme, anche attraverso cooperative. Noi come CIA invitiamo tutti a fare rete e a crederci. Bisogna pretendere fondi straordinari per le aree interne: ne parliamo spesso, ma si fa troppo poco. È il momento di passare dalle parole ai fatti. ”Fusco ha quindi delineato una road map precisa, che parte dall’organizzazione del territorio: “Dobbiamo far nascere una cooperativa per la trasformazione del pomodorino. Non dobbiamo inseguire la grande industria, ma puntare sulla trasformazione in loco, così da garantire ricadute economiche immediate per il territorio. Servirà un disciplinare che regoli la produzione e renda riconoscibile il brand, proteggendo i produttori e assicurando qualità e tracciabilità. In questo modo ogni azienda potrà portare un valore aggiunto, evitando che altri sfruttino il nostro prodotto. Siamo unici, e dobbiamo sensibilizzare gli agricoltori a capire che lavorando bene si può restare e lavorare qui.” Il commissario ha concluso indicando anche un modello di riferimento: “Il percorso è chiaro: prima il brand, poi due o tre aziende pilota e da lì si volerà. Prendiamo come modello il torrone di San Marco dei Cavoti: aziende che negli anni hanno creduto nel prodotto e oggi sono riconosciute a livello mondiale. Lo stesso destino può avere il nostro oro rosso, se ci crediamo davvero. Se lavoriamo insieme su questo progetto, porteremo sviluppo e futuro non solo a San Bartolomeo in Galdo, ma a tutti i paesi limitrofi che potranno coltivare il pomodorino da disciplinare. ”L’evento, promosso dal Comune di San Bartolomeo in Galdo, si è aperto con i saluti del sindaco Carmine Agostinelli e degli assessori comunali. Presenti anche i rappresentanti delle principali organizzazioni agricole, con Coldiretti e  Confagricoltura, a testimonianza di un confronto corale sul futuro del comparto.