“Le carceri italiane non hanno più nulla da invidiare a quelle sudamericane ed africane. Le cronache di questi giorni delle “vacanze” di Ferragosto ci consegnano: due evasi a Bolzano (uno è stato ripreso); un diciassettenne tunisino, arrivato in Italia da solo, che si è impiccato in cella; un suicidio a Benevento al primo giorno di carcere (evitabile); un tentativo di suicidio a Torino e un altro a Regina Coeli, in poche ore; un morto a Civitavecchia per cause ancora da accertate. E ancora: la rivolta a Regina Coeli-Roma con detenuti che hanno lanciato contro gli agenti bombolette da campeggio e appiccato incendi, numerose aggressioni sempre ad agenti tra cui a Catanzaro ad opera di detenuti in stato d’ebrezza”. Così Aldo Di Giacomo aggiunge: “in questo Ferragosto è stata scritta la pagina più nera del nostro sistema penitenziario che ha toccato il fondo ed ha raggiunto il livello di emergenza mai raggiunto prima. I numeri sono impietosi: 55 suicidi;103 morti per altre cause, di cui 33 ancora da accertare per un totale di 158 morti dall’inizio dell’anno; 2400 agenti aggrediti e costretti a ricorrere alle cure di sanitari; evasioni e tentativi di evasioni in aumento del 120%; rivolte e cosiddette mini rivolte in aumento del 200%; recupero di sostanze stupefacenti a più 150% e di telefonini a più 180%. Cosa c’è da aspettarsi ancora?” – è la domanda che Di Giacomo rivolge al Governo, al Parlamento e alla politica. È apparso semplicemente stucchevole – afferma il segretario della polizia penitenziaria – il dibattito ferragostano tra “buonisti” che in verità in pochi hanno visitato le carceri e “duri” schierati contro ogni ipotesi di provvedimenti alternativi alla detenzione e comunque per ridurre il sovraffollamento causa principale di questa situazione. Ma è ancora più grave l’atteggiamento di chi dentro e fuori il Governo volge la faccia dall’altra parte e continua a dire che tutto va bene. L’unica certezza di questo Ferragosto rispetto alle chiacchere degli annunci del Ministero e del Governo sui Piani per alleggerire il sovraffollamento e costruire nuovi mini-carceri è il rischio quotidiano che corrono gli agenti penitenziari con un clima di grande apprensione delle famiglie. Su questo è arrivato il momento di accendere nell’opinione pubblica la stessa attenzione che si registra per le morti dei lavoratori sui posti del lavoro perché non vogliamo che in una situazione da penitenziari sudamericani ci scappi il morto tra i lavoratori in divisa e al servizio dello Stato”.
Benevento, suicidio al primo giorno di carcere: Di Giacomo denuncia l’emergenza penitenziaria

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